Le Fintech stanno spingendo le banche tradizionali a rivedere tutti i processi in un’ottica di innovazione tecnologica e la transizione verso il digitale è un processo irreversibile. Ad affermarlo è stato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in occasione del webinar “La transizione digitale nel credito”, organizzato nell’ambito delle manifestazioni del Fintech-Milano Hub, , il nuovo centro di innovazione dalla Banca d’Italia.
Digitalizzazione del credito: processo irreversibile
Secondo il governatore della Banca d’Italia quella che vede protagonista il mondo del credito e della finanza è una robusta riorganizzazione, un cambiamento rapido trainato dalle innovazioni tecnologiche. A rimanere competitivi in questo contesto saranno solo i player che si dimostreranno in grado di sviluppare e consolidare la capacità di innovare.
La transizione digitale nel credito è irreversibile e coinvolge tutta la fase della gestione dei finanziamenti dalla concessione al rimborso, inclusi gli interventi sui prestiti problematici.
Visco sottolinea poi come l’ingresso di nuovi player, le Fintech, e lo sviluppo di modelli di offerta innovativi, spinge gli intermediari tradizionali a rivedere processi e assetti organizzativi, soprattutto con riferimento alla loro presenza fisica e al disegno dei sistemi informativi.
Le applicazioni che si avvalgono dei Big data e dell’intelligenza artificiale consentono di rispondere alla domanda di servizi finanziari e di migliorare la capacità di valutare i rischi. Al contempo, la complessità di queste applicazioni comporta rischi non giustificabili di discriminazioni e di uso improprio dei dati personali.
Particolare attenzione va anche prestata al fatto che le nuove tecnologie ridefiniscono anche l’organizzazione dei perimetri aziendali, con un crescente ricorso all’esternalizzazione di fasi rilevanti dei processi produttivi, dalla conservazione dei dati ai sistemi informatici.
Ne consegue una configurazione dei rischi operativi nuova, più articolata e più complessa, che interessa la pianificazione della business continuity, la sicurezza cibernetica, la protezione delle informazioni e la resilienza operativa.
Ecco perché Visco pone l’accento sul fatto che sarà centrale la capacità di innovare rapidamente e di evitare i rischi che derivano dall’utilizzo improprio delle tecnologie.
Le nuove tecnologie richiedono di rivedere le regole e i modelli di vigilanza sui rischi.
Questo anche per non vanificare le opportunità che il digitale mette a disposizione del comparto finanziario in termini di inclusione finanziaria e di costruzione di un sistema finanziario più sostenibile.
L’innovazione tecnologica consente di ridurre i costi di ingresso sul mercato in segmenti specifici dell’offerta di credito, dai mutui al factoring, ai prestiti personali, e di sviluppare forme di finanziamento ‘”disintermediate”, quali quelle del crowdfunding.
Il governatore della Banca d’Italia conclude sottolineando come la digitalizzazione della finanza rappresenti solo una parte, pur rilevante, del più generale processo di transizione digitale della nostra società.
Questo costituisce una leva di crescita oramai imprescindibile per sostenere la ripresa delle economie, così duramente colpite dalla crisi pandemica. Ma i benefici saranno diffusi solo se sapremo governarne i rischi. Per le Autorità di regolamentazione e di vigilanza si tratta di una sfida ineludibile. Chi opera sul mercato vi deve contribuire, cooperando per il successo di una transizione dalla quale tutti possano trarre vantaggio e per costruite un futuro più equo e sostenibile.