Del possibile lancio dell’euro digitale si discute ormai da anni, tra entusiasmi alimentati dall’interesse verso l’ambito delle monete virtuali e timori legati ad alcuni sonori flop. Non c’è ancora una data di lancio nemmeno indicativa (il 2026 è una finestra temporale molto generica), ma in questi giorni si è tornati a parlarne su stimolo della BCE.
BCE invoca l’euro digitale per il futuro finanziario dell’UE
Philip R. Lane, economista membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, è intervenuto sul tema con un lungo discorso che sembra confermare l’intenzione di accelerare il passo. La sua conclusione è anche la miglior sintesi possibile per comprendere quale sia la visione di Francoforte.
L’euro digitale non riguarda solo l’assicurare che il nostro sistema monetario si adatti all’era digitale. Riguarda anche il garantire che l’Europa controlli il suo destino monetario e finanziario, sullo sfondo di una crescente frammentazione geopolitica.
La tempistica non è casuale, così come non lo è il riferimento al contesto geopolitico, considerando quanto sta accadendo sull’asse UE-USA in seguito al secondo insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Tra la minaccia dei dazi e un allineamento inedito sul fronte dei conflitti internazionali, lo scenario si è fatto più complesso da decifrare e le conseguenze dell’instabilità diplomatica si avvertirebbero inevitabilmente anche a livello economico.
È proprio per questo motivo che, nel suo intervento, Lane cita l’esigenza di lavorare affinché l’Europa possa affrancarsi da quella che oggi può essere definita come una dipendenza de facto che la lega a tecnologie come i sistemi di pagamento gestiti da realtà statunitensi (Apple Pay, Google Pay e PayPal sono menzionati direttamente) e dalle stablecoin il cui valore è ancorato al dollaro.
L’Euro digitale è una soluzione promettente per contrastare questi rischi e per garantire all’area euro il mantenimento del controllo sul proprio futuro finanziario.
La strada da percorrere non è breve né priva di ostacoli da superare. Ci sono da affrontare anzitutto le questioni di natura normativa e tecnologica, approntando un’infrastruttura efficiente e adeguata al compito. Poi, ne andrà promosso l’utilizzo tra la popolazione, con le giuste modalità. Altrimenti, anche il più valido dei progetti è destinato a fallire.