Ma quali 30mila euro di multa? Nell’ultimo documento del ministero della Pubblica istruzione non si introducono nuove sanzioni o fattispecie di reato ma semplicemente, e con l’appoggio del Garante della privacy, si ricorda soprattutto agli studenti che anche i minori quando sbagliano possono essere puniti . I genitori? Rosicano .
Il ministro Giuseppe Fioroni, dunque, corregge il tiro: con una direttiva diramata a tutti gli istituti scolastici depone l’ascia della censura e si rivolge direttamente a ragazzi e scuole. Il Ministro ora afferma che negli istituti così come per strada acquisire “carpire”, e diffondere immagini, video o registrazioni di docenti o studenti senza la loro autorizzazione è un comportamento punito dalla legge.
Lo sfondo resta quello del cyberbullismo : fra le premesse alla Direttiva 104 si cita il dilagare online di “di siti web e portali dedicati volti a rendere pubblici filmati o registrazioni aventi per oggetto episodi verificatisi nell’ambito delle istituzioni scolastiche o comunque durante i periodi di svolgimento di attività didattiche o formative, in alcuni casi anche con finalità denigratorie della dignità personale e sociale di studenti, anche minori di età, e docenti”. In buona sostanza, quello che scrive il Ministero è che YouTube e compagnia bella stanno lì per denigrare alla prima occasione possibile scuole, docenti e studenti, e persino minori. Quello che però in realtà intende, è che YouTube esiste e molti lo usano senza rispetto per gli altri.
A poco servono evidentemente le invocazioni alla censura delle piattaforme di video sharing, a poco serve minacciare gli studenti con leggi e con sanzioni disciplinari comminate dagli istituti scolastici che li colgano col telefonino in pugno. L’arma migliore contro il cyberbullismo, sostiene oggi il Ministero, è già operativa nel quadro normativo vigente, ed è il Codice che tutela la privacy dei cittadini italiani.
Il perno della circolare risiede infatti nella possibilità che i dati raccolti con cam e registratori siano “dati sensibili” relativi a persone identificabili. Dati che quindi devono essere tutelati, come aveva già avvertito a suo tempo il Garante della Privacy. E, a dispetto di titoli indignati o sensazionalistici con cui i media hanno presentato la sortita del Ministro, Fioroni si è semplicemente limitato a ricordare ai ragazzi e alle agenzie educative che un uso improprio di fotocamere telefonini o registratori che siano, combinato con una diffusione non autorizzata del materiale raccolto, può comportare multe o sanzioni, quelle già previste dall’attuale ordinamento.
E se “i moderni telefoni cellulari, così come altri dispositivi elettronici, consentono facilmente, ed in ogni momento, agli utenti di scattare fotografie o registrare suoni o filmati, riconducibili a delle persone fisiche” e “consentono anche l’invio ad altre persone delle fotografie o delle registrazioni sopra citate, ad esempio mediante l’utilizzo di MMS oltre ad offrire la possibilità di utilizzare i suddetti dati per la pubblicazione su siti internet”, la diffusione di tali dati può avvenire solo a seguito del consenso informato della persona interessata .
Qualora non si provveda a informare l’interessato, e Fioroni ribadisce che le regole vigono anche per gli studenti, si rischia di incorrere in sanzioni amministrative che oscillano tra i 3000 e i 18000 euro. Multe che, precisa l’articolo 161 del decreto legislativo 196 del 2003, possono raggiungere i 30mila euro solo qualora vengano diffusi senza autorizzazione dati che comportino particolari danni all’interessato.
La raccolta e l’utilizzo per fini personali, ricorda il Ministro, “deve rispettare in ogni caso gli specifici obblighi previsti a tutela dei terzi dalla comune disciplina in campo civile e penale”, in particolare si dovrà prestare attenzione al fatto che i dati raccolti non costituiscano un “abuso dell’immagine altrui” o non rientrino nella fattispecie di “pubblicazioni oscene”.
Sarà il Garante a punire coloro che incorreranno nella violazione, ma il Ministro Fioroni invita gli stessi istituti scolatici a sanzionare nei propri regolamenti “con opportuno rigore e severità” i comportamenti “connessi ad un trattamento improprio di dati personali acquisiti mediante telefoni cellulari o altri dispositivi elettronici”. Sanzioni disciplinari che, non rinuncia a ricordare Fioroni, nei regolamenti scolastici possono essere abbinate all’inibizione dell’uso dei telefonini.
Gaia Bottà