Mozilla seppellisce l’ ascia di guerra con la pubblicità, anzi abbraccia il principio dei contenuti sponsorizzati e lo fa a suo vantaggio: nella finestra del browser Firefox ci sarà spazio per contenuti sponsorizzati , spazi per inserzioni vendute direttamente da Mozilla a chi voglia contribuire alla causa del panda rosso e guadagnarsi un po’ di visibilità presso milioni di navigatori. Ma senza che questo interferisca con il normale utilizzo del software.
L’idea, anticipata dal vicepresidente Darren Herman sul blog ufficiale e presentata allo IAB meeting di Palm Desert (California), consiste nel cambiare il modo il cui Firefox si presenta alla prima esecuzione dopo l’installazione : oggi la pagina vuota mostra alcuni riquadri, vere e proprie piastrelle, per la maggior parte vuoti e che si andranno pian piano popolando con i siti più visitati dall’utente. L’obiettivo di Herman e compagni è quello di riempire questi riquadri sin dal primo lancio, inserendovi siti rilevanti per l’area geografica in cui si trova l’utente, suggerimenti per plugin da installare, oppure anche contenuti pubblicitari i cui inserzionisti sarebbero selezionati con cura da Mozilla e che acquisterebbero quindi una specie di “spazio-banner”.
Il materiale pubblicitario sarà comunque ben evidente e facilmente riconoscibile, ma la mossa di Mozilla servirà sia a fare cassa sia a distendere i rapporti con il mercato pubblicitario , con il quale invece c’era stata maretta dopo la decisione di bloccare di default i cookie provenienti da terze parti,tagliando così le gambe a un intero mercato di pubblicità traccianti che tanto piacciono agli investitori. Herman è salito sul palco dello IAB per dire agli addetti ai lavori che “Non possiamo farcela da soli, non potete farcela da soli, vogliamo lavorare con tutti voi”: in altre parole, Firefox prova a percorrere una strada di apertura della strategia e del proprio ecosistema, in modo tale da individuare se possibile una nuova forma di introito e magari instaurare buoni rapporti con l’advertising, in modo tale da riuscire a prevedere e schivare gli eventuali futuri “colpi” che potrebbero venire dall’adozione di tecnologie ancor più invasive a danno dei navigatori.
Si tratta comunque di una finestra interessante per la pubblicità, visto che le stime parlando i 31 milioni di utenti unici al mese da servire con qualche annuncio ben mirato. La mossa è senz’altro azzardata per Mozilla, ma ovviamente la differenza la farà come il meccanismo delle cosiddette “directory tiles” sarà implementato: a oggi il grosso degli introiti della Foundation che sviluppa il browser è basato su accordi commerciali con Google, per veicolare le ricerche attraverso il motore di Mountain View, e questa se ben sfruttata potrebbe essere un’occasione utile a provare a smarcarsi dal giogo di Big G, acquistando lo spazio di manovra utile a prendere altre decisioni importanti su dove portare domani lo sviluppo di Firefox.
Luca Annunziata