Mozilla Firefox e Opera sono vulnerabili a un attacco piuttosto problematico, un tipo di phishing in cui un intero sito web fasullo (con tanto di script eseguibile) viene nascosto all’interno di un URI ( Uniform Resource Identifier ). L’attacco era già noto, ma la nuova versione prende di mira anche i browser “alternativi” a Internet Explorer.
Piuttosto che necessitare del setup di un server apposito con tanto di pagina web e codice malevolo con cui carpire i dati degli utenti, l’attacco richiede semplicemente di specificare un link : tutto quanto è necessario per spingere (surrettiziamente) l’utente a fornire informazioni sensibili è presente in quel link, esclusa ovviamente l’infrastruttura necessaria a raccogliere e gestire le suddette informazioni.
Il sistema, neanche a dirlo, faciliterebbe di molto l’opera dei cybercriminali, tanto più usando un servizio di compressione dei link come TinyURL e similari per nascondere l’enorme mole di caratteri e codice compresso da cui l’ipotetico URI malevolo sarebbe composto.
A riproporre un problema già noto da tempo è stato Henning Klevjer, studente dell’Università di Oslo, che ha creato un URI da ben 26 Kilobyte e ne ha testato il funzionamento con i browser più noti presenti sul mercato: l’attacco originale era indirizzato a Internet Explorer 6 e 7, quello rinnovato manda in crash il browser di Microsoft ma funziona correttamente su Firefox e Opera. Chrome invece blocca l’esecuzione dell’URI malevolo.
Alfonso Maruccia