Firefox 3.1, atteso per la fine dell’anno, avrà il suo porn-mode : niente tracce della navigazione su richiesta dell’utente, e qualche chicca in più per distinguersi dalla concorrenza. Che con l’arrivo di Chrome si è fatta sempre più agguerrita.
Qualcosa di simile esiste da qualche anno anche nel client di navigazione prodotto da Apple, Safari : una volta attivata la modalità per la “navigazione privata” scatta un meccanismo che consente di fare piazza pulita di cookie, cronologia dei siti visitati e dei file scaricati, e che non lascia traccia nella cache di quanto visitato. Una funzionalità pensata innanzi tutto per salvaguardare la privacy sui computer pubblici , come quelli di un Internet Point, ma che si può rivelare altrettanto utile quando si tenta di dare un’occhiata a qualche sito proibito sul computer dell’ufficio.
Nelle scorse settimane si è fatto un gran parlare della modalità In Private della beta di Internet Explorer 8 , ribattezzata dai più porn mode a causa di uno dei suoi più ovvi utilizzi. Google ci ha poi messo del suo con l’uscita di Chrome, che a sua volta incorpora una voce “Incognito” nei menù e che replica pressoché lo stesso funzionamento del browser Microsoft. Dei principali strumenti di navigazione presenti sul mercato, restano dunque solo due quelli privi di questo tipo di modalità: Opera e appunto Firefox.
Quest’ultimo, che pure doveva integrare questa feature già dal rilascio della versione 3.0 , ha deciso di correre ai ripari. Mozilla ha fatto sapere di aver riveduto la sua tabella di priorità per lo sviluppo dell’applicazione, e dunque il Private Browsing rientrerà tra le caratteristiche del browser in vista del code freeze previsto per la fine di questo mese.
A differenza della concorrenza, Firefox sfrutterà un meccanismo leggermente diverso per l’attivazione e la gestione del suo porn mode : niente icone vistose sullo schermo come per IE8, disabilitazione automatica per non lasciare traccia dell’avvenuto utilizzo della funzione, nonché una transizione trasparente e automatica tra la modalità privata e quella senza filtro, per rendere più semplice distinguere tra le finestre aperte nell’una o nell’altra.
Inoltre, gli sviluppatori si stanno concentrando anche sulla necessità di provvedere a conservare unicamente nella memoria RAM i dati raccolti durante il surfing privato, così da non lasciare neanche la minima traccia al termine della sessione: i cookie non verranno raccolti sull’hard disk, il sistema di autocompletamento sarà disabilitato, i link visitati non risulteranno tali al riavvio, tutte le sessioni di autenticazione scadranno alla chiusura della finestra.
Mozilla insomma potrebbe arrivare (quasi) ultima sull’argomento, ma non intende lasciare nulla al caso. Curioso, osserva qualcuno, che tutto d’un tratto la questione privacy sia divenuta l’argomento principale nella rinata e rinnovata guerra dei browser .
Luca Annunziata