Firma digitale... sulla fiducia

Firma digitale... sulla fiducia

Il Governo è costretto nel weekend a ribadire che la firma digitale italiana è sicura, importante, inossidabile. Dopo il baco scoperto nei giorni scorsi occorre fidarsi, l'importanza della firma è enorme, non si può vacillare...
Il Governo è costretto nel weekend a ribadire che la firma digitale italiana è sicura, importante, inossidabile. Dopo il baco scoperto nei giorni scorsi occorre fidarsi, l'importanza della firma è enorme, non si può vacillare...


Roma – La firma digitale è uno strumento tanto importante quanto sicuro. Basta crederci. Questo il messaggio che sembra provenire dalle autorità preposte dopo che nei giorni scorsi era emerso, non senza clamore, un problema di sicurezza nel sistema utilizzato da uno degli erogatori della firma digitale.

Per gettare acqua sul fuoco delle critiche che potrebbero prendere spunto da quanto emerso è intervenuto il direttore del Centro tecnico della Presidenza del Consiglio dei ministri, Livio Zoffoli, secondo cui “con i sistemi digitali è stato raggiunto un livello di sicurezza nella firma digitale di gran lunga superiore a quello ottenibile con qualunque altro strumento di carattere tradizionale”.

Zoffoli ha anche cercato di ridimensionare l’accaduto, sottolineando che la vulnerabilità del sistema, che potenzialmente potrebbe significare l’erogazione di una firma digitale non sicura, è stata evidenziata “solo in laboratorio” e vi sarebbe dunque un abisso con quanto potrebbe poi accadere in realtà.

Ciò si dovrebbe al fatto che “i diversi certificatori – spiega ancora Zoffoli – hanno predisposto ed attuato idonee misure di sicurezza atte a garantire gli utenti sullo strumento che vanno ad utilizzare”.

Come noto, sulla firma digitale si punta moltissimo in Italia e all’estero. Si tratta infatti di uno strumento pensato per rivoluzionare gli scambi telematici conferendo identificazione e autenticazione certe nelle transazioni (vedi anche lo speciale di Interlex ). Si capisce quindi la necessità per gli operatori e per il Governo di troncare sul nascere qualsiasi possibile dubbio sull’elemento centrale del sistema: la sua sicurezza.

Zoffoli ha peraltro ricordato che la firma digitale è destinata a “favorire lo sviluppo delle tecnologie e l’ammodernamento del Paese” e ha quindi assicurato che il Centro tecnico che dirige “continuerà a monitorare la situazione, soprattutto dal punto di vista della sicurezza, e a stimolare i certificatori della firma digitale ad informare ed educare gli utenti ad un uso corretto di queste tecnologie per evitare inconvenienti”. Dita incrociate dunque.

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Pubblicato il
24 feb 2003
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