Roma – Si chiama Teresa Panarella, ha 27 anni ed è una imprenditrice di Milano. A lei ieri il ministro all’Innovazione Lucio Stanca e Carlo Sangalli, presidente di Unioncamere , hanno consegnato, in una breve cerimonia, la milionesima smart card con firma digitale emessa dal sistema della Camere di Commercio.
Si tratta di un traguardo considerato di grande importanza dal Governo; complessivamente fino a questo momento le firme digitali emesse sono ben di più, vale a dire 1.250.000, rilasciate dai 13 enti certificatori italiani.
La smart card della firma digitale è dotata di un microchip che consente di firmare documenti elettronici (ad esempio lettere, contratti, ordini e atti) attribuendo loro lo stesso valore legale dei documenti cartacei. Dallo scorso luglio, come noto, per le imprese italiane è obbligatorio utilizzarla per gli adempimenti di legge con il Registro delle Imprese. Una procedura che rende più veloci i processi amministrativi e, secondo Unioncamere, garantisce un risparmio di 260 milioni euro l’anno (per archiviazione, spedizione, spostamenti e via dicendo) rispetto al passato.
Stanca ha ieri confermato che oltre ai 13 soggetti certificatori attualmente autorizzati se ne aggiungeranno presto altri cinque, quattro dei quali legati ai principali istituti di credito italiani. Un elenco dei certificatori ed altre risorse sulla firma digitale sono disponibili qui , sul sito del ministero all’Innovazione.
“L’Italia – ha dichiarato ieri Stanca – ha centrato e superato prima del previsto uno degli obiettivi di legislatura (superando il milione, ndr.) e si pone all’avanguardia in Europa non solo per la diffusione, ma anche per completezza delle disposizioni normative che regolano e riconoscono piena validità legale all’utilizzo di questo strumento digitale”.
Secondo Sangalli, inoltre, “la diffusione di massa della firma digitale che le Camere di commercio sta realizzando è un tassello fondamentale del piano nazionale di e-Government e della modernizzazione del Paese perché crea una generazione nuova di imprenditori, più consapevoli delle possibilità che offrono le tecnologie digitali e, quindi, più competitivi”.
Una nota diffusa dal ministero segnala poi altri soggetti che utilizzano la smart card con la firma digitale, come il Consiglio Nazionale del Notariato, quello Forense, i dirigenti della pubblica amministrazione centrale, l’Arma dei Carabinieri, la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero all’Economia e quello di Grazia e Giustizia nonché il ministero ai Beni Culturali e l’Ente nazionale Aviazione civile.
“Presto – assicura la nota – anche nella sanità la firma digitale diverrà uno strumento per ridurre i tempi e migliorare l’efficienza dei servizi consentendo, ad esempio, l’invio telematico dei referti e delle cartelle cliniche all’interno di ospedali, ASL e ai medici di base, presso i quali si potranno ritirare i documenti senza dover tornare nelle strutture pubbliche”.