La scorsa settimana, una realtà chiamata Flappy Bird Foundation, ha annunciato il ritorno di Flappy Bird (che per semplicità qui chiameremo Flappy Bird 2). In modo piuttosto inatteso, a qualche giorno di distanza, il creatore del gioco originale è intervenuto via social per chiarire che non è in alcun modo coinvolto nel progetto, ma non solo, con un paio di altre precisazioni.
Dong Nguyen non c’entra con il progetto Flappy Bird 2
Dong Nguyen, colui che nel 2013 scalò le classifiche dei download, grazie a una formula di gioco tanto semplice quanto difficile (salvo poi rimuoverlo dagli store) ha pubblicato un post su X che lascia poco spazio alle interpretazioni. Eccolo in forma tradotta.
No, non ho niente a che fare con il gioco. Non ho venduto nulla. Inoltre, non sostengo le criptovalute.
Analizzati uno per uno, cosa ci dicono i tre punti? Il primo è piuttosto diretto: il creatore del titolo originale non è coinvolto nello sviluppo di quello che può essere definito come il seguito (se non si considerano le centinaia di cloni non ufficiali già in circolazione).
Il secondo, invece, va spiegato. Afferma di non aver ceduto alcuna proprietà intellettuale. La neonata Flappy Bird Foundation, al lavoro su Flappy Bird 2, si definisce come un nuovo team di fan appassionati impegnati a condividere il gioco con il mondo
e dichiara di averne acquisiti i diritti da Gametech Holding, che a sua volta li ha ottenuti gratuitamente un paio di anni fa.
Infine, il terzo punto. Nguyen cita le criptovalute, alle quali l’annuncio della scorsa settimana non fa esplicito riferimento. Spulciando il codice sorgente del sito legato al progetto di rilancio, però, sono emersi dettagli relativi a un qualche legame con Solana e con Web 3.0. Possiamo immaginare qualcosa legato a token, NFT o altri asset digitali su blockchain, magari sbloccabili in-game o acquistabili dai giocatori.