Amazon aveva scelto la tecnologia Flash di Adobe per fornire agli utenti il proprio servizio di streaming in tempo reale, ma ora secondo alcuni esperti dovrebbe ripensarci: Flash – dicono – è strutturalmente pensato per ridurre al minimo l’ingombro di restrizioni e protezioni a tutto vantaggio della velocità e della praticità d’uso . E non è detto che per un portale che vende i propri contenuti questa sia la via migliore.
“È un difetto strutturale nel design di Adobe, è stato progettato in maniera stupida” taglia corto l’esperto di sicurezza Bruce Schneier , perché i server connessi ai player Flash degli utenti non sono pensati per cifrare i flussi audiovisivi, limitandosi a criptare i comandi di avvio e blocco della fruizione.
Una misura che si rivela insufficiente, almeno nel caso del software di cattura dei video online sviluppato da Applian , Replay Media Catcher . Il tool, dal costo di 39 dollari, è in grado di sfruttare i difetti strutturali della tecnologia di streaming di Adobe, che prevede che il flusso di dati continui a essere trasferito nella cache locale anche quando l’anteprima gratuita dei contenuti a pagamento è terminata. La cache si riempie , ma il browser non ne è a conoscenza finché non si paga il dovuto.
RMC invece lo sa, e utilizzando le brevi istruzioni messe online da Applian, promette di liberare gli show offerti con advertising o dietro pagamento di qualche dollaro da quei portali come Hulu, NBC, CBS e lo stesso Amazon.
“Il flusso trasferito da Adobe non è realmente cifrato – dichiara il CEO di Applian Bill Dettering – Uno dei lati negativi di come hanno pensato il software è che gli utenti possono catturare i flussi. Sono sicuro del fatto che realizzeranno qualcosa di più robusto nel prossimo futuro”.
Nell’attesa, però, il player Flash fa acqua: Adobe dichiara di “essere impegnata perché tutti i nostri prodotti siano sicuri, dai nostri player al nostro software per i server. Adobe investe un gran numero di sforzi per aiutare a proteggere gli utenti da potenziali vulnerabilità”, anche se è molto probabile che se di vulnerabilità si tratta non sono certo gli utenti a lamentarsene.
Sono gli industriali di settore a vederci nero. È il caso della società Widevine Technologies, specializzata appunto nella produzione di una tecnologia DRM per Flash, che per bocca del CEO Brian Baker dice che “Il problema fondamentale è la mancanza di tecnologia da parte di Adobe, che non sta permettendo di preservare i modelli di business”.
James McQuivey, analista di Forrester Research , non la vede così nera e considera una soluzione come quella di RMC troppo complicata perché venga adottata su larga scala e divenga così un pericolo concreto per Amazon, le major e infine il mondo. Tanto più che, nota McQuivey, il P2P di BitTorrent è di utilizzo assai più immediato e anche in quel caso non si tratta di qualcosa il cui impiego rivaleggi con la presenza dei televisori nei salotti delle famiglie americane . Parole che sarebbe utile far giungere ai piani alti di certe imprese impegnate nella distribuzione multimediale.
Alfonso Maruccia