Roma – “Non fia loco ove sorgan barriere tra Flash e Java, mai più!”. Potrebbe essere questo il motto d’ispirazione manzoniana ad accompagnare Capuchin , un progetto con cui Sony Ericsson intende gettare un ponte tra le tecnologie oggi più utilizzate dagli sviluppatori di applicazioni mobili: Java 2 Mobile Edition (J2ME) e Adobe Flash Lite.
Il progetto, che verrà presentato questa settimana in occasione della conferenza JavaOne , consiste in un software development kit (SDK) e in una serie di API che permetteranno agli sviluppatori di inglobare applicazioni Flash Lite all’interno di midlet J2ME .
Sony Ericsson afferma che questo matrimonio tecnologico consentirà ai programmatori di combinare il meglio delle due tecnologie: le funzionalità grafiche e multimediali di Flash Lite con la versatilità di J2ME. Quest’ultimo oggi viene utilizzato soprattutto nello sviluppo di giochi per i cellulari, e consente la realizzazione di motori grafici 3D discretamente sofisticati.
“L’unione di J2ME con Flash Lite può consentire agli sviluppatori di combinare, in un singolo programma, le ricche e dinamiche interfacce 2D di Flash con la grafica 3D di Java”, ha affermato Ulf Wretling, capo ricercatore di Sony Ericsson.
Wretling ha anche spiegato che la tecnologia Capuchin è stata pensata per i telefoni cellulari privi di un sistema operativo evoluto , come quello che generalmente contraddistingue gli smartphone (Symbian OS, Windows Mobile ecc.).
Secondo alcuni osservatori, le chance che la tecnologia “ponte” sviluppata dal gruppo svedese possa approdare anche sui dispositivi di altri produttori sono scarse, soprattutto se il codice di Capuchin sarà accompagnato da una licenza closed source.
“Intendiamo rendere le API disponibili alle terze parti, ma non abbiamo ancora deciso in quale modo e con quale licenza”, ha dichiarato Christopher David, director of long-term platform planning di Sony Ericsson.
I primi telefonini basati sul “cappuccino” di Sony Ericsson dovrebbero arrivare sul mercato entro la fine dell’anno.