Roma – Quale sarà il destino dell’accesso flat FRIACO in Italia? C’è da chiederselo visto che le due maggiori associazioni di provider italiani, AIIP e Assoprovider , hanno lanciato un “grido di allarme”. I provider italiani temono infatti che la decisione dell’Autorità TLC per l’introduzione della FRIACO in Italia si traduca in una ulteriore rafforzamento della posizione dei grandi operatori telefonici e in nuovi guai per gli Internet Service Provider.
In particolare, in un comunicato congiunto AIIP e Assoprovider hanno attaccato la delibera dell’Autorità, affermando di temere che sia in contrasto con gli orientamenti europei e con la volontà delle istituzioni italiane di equiparare nell’accesso alla rete gli operatori telefonici (OLO) e i provider (ISP). Non solo, secondo le due associazioni la delibera rischia di portare, appunto, “ad una repentina concentrazione del mercato, a favore di un oligopolio di grandi operatori telefonici, a danno di tutti gli ISP” e, dunque, “dei consumatori”.
Nella nota, le due associazioni sostengono che “in 4 dei 6 Paesi europei che hanno già introdotto la FRIACO, l’offerta è rivolta ad OLO ed ISP (mentre questi ultimi ne sarebbero esclusi dall’Autorità italiana, in contrasto con la Commissione Europea ed il Parlamento ed il Governo italiani)”. E sottolineano di aver già chiesto all’Authority che, similmente a quanto accade in altri paesi europei, “fosse prevista anche un’interconnessione FRIACO ‘leggera’, basata su normali linee ISDN (che comunque assicurano tutte le segnalazioni necessarie per i servizi Internet), anziché sul solo protocollo SS7 che presuppone le costose centrali telefoniche, superflue per la fornitura di servizi Internet”.
Altra preoccupazione dei provider è relativa al fatto che la FRIACO concepita dall’Autorità “non sarebbe destinata alla sola offerta al pubblico di servizi di accesso ad Internet con chiamata gratuita (cd. “flat rate”), contraddistinta dalle numerazioni “700”, come negli altri paesi Europei, ma estesa anche ad altri servizi Internet con tariffazione a tempo su numeri “702” e “709”. Tale modello, senza generare alcuna efficienza da riversare ai consumatori finali, aumenta il vantaggio competitivo degli operatori maggiori e porta all’uscita dal mercato degli ISP e degli OLO con quote di mercato a livello locale inferiori al 15-20% e, di conseguenza, ad una ulteriore concentrazione dell’offerta di accesso ad Internet.”
E mentre Ermanno Delia di KPNQWest, membro del Board di AIIP, auspicava che il Governo “mentre si accinge ad adottare un provvedimento di legge in materia di equiparazione tra operatori” invii “un messaggio forte all’Autorità” è arrivata la reazione del ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri.
In una nota, Gasparri ha spiegato che Governo e Parlamento stanno lavorando per equiparare OLO e ISP e ha affermato: “È auspicabile che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni possa valutare con interesse l’andamento del dibattito parlamentare e anche gli orientamenti del Governo”.
Secondo Gasparri, solo in Francia e Spagna OLO e ISP non sono equiparati, “paesi dove lo Stato ha ancora una consistente partecipazione nell’assetto azionario delle società telefoniche”. Ha concluso il ministro: “Auspico che la maggior parte degli operatori possa utilizzare le offerte a tariffazione forfetaria. Maggior concorrenza tra i provider vuol dire una politica dei prezzi cost effective . Ciò avvantaggerà la diffusione dell’utilizzo della rete”.
Per seguire l’evoluzione della questione flat-rate in Italia e all’estero è disponibile il Canale Flat-rate di Punto Informatico.