Roma – L’ultima notizia che abbiamo avuto sulla flat-rate in Italia è una dichiarazione del commissario dell’Autorità TLC Vincenzo Monaci che il 22 novembre aveva annunciato che entro lo scorso lunedì 10 l’organismo garante del settore avrebbe fatto sapere qualcosa del destino della connettività forfetaria in Italia. E aveva aggiunto: “Lo scenario è ormai chiaro e non ci sono difficoltà per la decisione”.
Qualche difficoltà invece sembra proprio dover essere emersa visto questo ulteriore ritardo nei tempi decisionali, ritardo sul quale fino a questo momento non sono arrivati commenti dall’ente di garanzia. Un silenzio che per chi vuole essere ottimista potrebbe significare che l’annuncio di una decisione sia comunque imminente.
In rete l’attesa è spasmodica, visti gli ancora alti costi della connettività e la quasi totale scomparsa, con rare eccezione, dei servizi di connettività flat. E da lunedì Punto Informatico viene letteralmente bombardato da lettere di utenti che cercano di capire cosa accadrà e perché l’Autorità TLC non ha ancora deciso.
In ballo ci sono questioni importanti e possiamo solo sperare, ma siamo fiduciosi, che non si troveranno pretesti per ritardare una decisione sul modello di accesso FRIACO che si attende non da oggi ma da molti mesi, da quando è iniziata la cosiddetta “moria delle flat”, rendendo palese a tutti che quel modello di offerta alle attuali condizioni di mercato non è percorribile, per i provider certo ma anche per gli utenti, che spesso sono stati travolti in situazioni al limite della legalità rimettendoci in proprio.
La speranza è che si rivelino di stimolo anche per l’Authority italiana le parole scritte in queste ore da Steve Case, chairman di AOL Time Warner, che su European Voice secondo cui: “Immaginiamo quanto si sarebbero diffuse la televisione o la radio se ogni minuto di utilizzo fosse stato misurato a pagamento”. Già.