Come noto alla stragrande maggioranza dei netizen, una delle piattaforme di photo sharing più affollate del web è certamente Flickr. Meno immediatamente sovviene l’esatto modo di scrivere il suo nome. E quella lettera e nella sua pronuncia è riuscita a scatenare un vero e proprio putiferio legale.
Responsabilità dell’investitore Sahar Sarid e della sua azienda, AshantiPLC , che aveva in precedenza acquisito un dominio per una marca di birra, Flicker.com . Uno spazio web che era riuscito ad attirare circa 3,6 milioni di utenti unici all’anno , di cui solo il 5 per cento proveniente da una ricerca dedicata su un motore di ricerca.
Il ragionamento è presto illustrato: il 95 per cento dei visitatori del sito sbagliava a scrivere Flickr , facendosi probabilmente ingannare dalla sua pronuncia, con la e prima della r finale. E Yahoo! – acquisito Flickr nel 2005 – era partito all’attacco , denunciando AshantiPLC nell’estate del 2009.
Secondo le accuse, Sarid aveva comprato il dominio incriminato nel 2006 su eBay, pagandolo 55mila dollari. Obiettivo, mostrare a tutti – in particolare agli investitori pubblicitari – le statistiche relative al traffico utenti, oltre che le numerose e cospicue offerte ricevute da Yahoo! per il sito, tutte rifiutate .
Una grana per l’azienda di Sunnyvale, ora risolta al raggiungimento di un accordo tra le parti che pare aver chiuso definitivamente la spinosa vicenda. Una stretta di mano che è rimasta tuttavia avvolta nell’ombra, ma confermata da un portavoce di Yahoo! che non ha poi voluto illustrare dettagli.
Mauro Vecchio