Dall’ acquisto di Tumblr al rilancio di Flickr , il gigante di Sunnyvale si è scatenato alla conquista dei contenuti digitali. Più “ampia e luminosa”, la nuova homepage della piattaforma di photo sharing abbandona le piccole anteprime e i vistosi spazi bianchi per abbracciare un flusso a tutto schermo con le immagini in sequenza sullo stile dei principali social network analoghi del Web.
Come ammesso dagli stessi responsabili di Yahoo!, la vecchia versione di Flickr aveva perso il suo spirito primigenio, ora ritrovato con un look che mette le fotografie caricate dagli utenti – 89 milioni di profili per 8 miliardi di contenuti – al centro dell’esperienza d’uso. Gli stessi album fotografici verranno suddivisi in maniera più ordinata e soprattutto fedele alla risoluzione originale, senza compressioni troppo penalizzanti.
Dopo aver lanciato la nuova applicazione per dispositivi iOS, la piattaforma di photo sharing ha ora rinnovato anche quella per l’ecosistema operativo Android. Con il supporto di dieci lingue, l’app replicherà il flusso ad alta risoluzione offerto sui dispositivi desktop, in modo da “rendere spettacolare” – parola del CEO di Yahoo! Marissa Mayer – la visione in sequenza sui dispositivi smartphone e tablet con l’OS di Google.
Ma Yahoo! non si è limitata alle operazioni di redesign delle versioni desktop e mobile di Flickr, annunciando nuove politiche di prezzo per gli account sulla piattaforma. La versione gratuita offrirà più spazio d’archiviazione – 1 terabyte per foto e video – permettendo il caricamento di foto fino a 200 MB e video fino a 1 GB. Sarà dunque possibile scaricare le immagini in maniera praticamente illimitata, non meno di 200-300mila anche tenendo la risoluzione attorno ai 10 megapixel.
La versione ad-free costerà 49,99 dollari (circa 38 euro) all’anno, e Yahoo! prevede anche una versione Doublr con l’esborso di quasi 500 dollari (388 euro) all’anno per uno spazio d’archiviazione di 2 TB . Una cifra così alta non ha spaventato gli osservatori più attenti, che hanno sottolineato come servizi rivali – esempio, Google+ – offrano lo stesso spazio per quasi 100 dollari al mese.
Mauro Vecchio