Bruxelles – “Ampliare la leadership europea nel mondo dell’open source e degli standard aperti”: questa la descrizione del progetto FLOSSWorld al quale l’Unione Europea ha deciso di dedicare 660mila euro di finanziamenti, una scelta che sta attirando molto interesse. FLOSS, come noto, è una sigla che indica il software open source.
Per l’Unione, dunque, FLOSSWorld rappresenta una svolta, e non tanto per l’ammontare dei finanziamenti, in linea con quelli dedicati a molti altri progetti di ricerca, quanto invece perché la scelta rappresenta un avallo autorevole sull’importanza che il codice aperto e i formati aperti possono avere per lo sviluppo del Vecchio Continente.
FLOSSWorld è peraltro un progetto che prevede il coinvolgimento dell’Unione sul fronte del software libero con alcuni paesi-partner, come Argentina e Brasile, Cina e India, Malaysia e Sudafrica nonché Croazia e Bulgaria. Ed è questa un’ulteriore caratteristica singolare del finanziamento: è raro che la UE investa in un progetto di ricerca internazionale che vada così al di fuori dei propri confini. Ed è in effetti questa la vera svolta rispetto a precedenti progetti FLOSS.
Ma, in realtà, deve sorprendere solo fino ad un certo punto: FLOSSWorld nasce anche per stabilire strade comuni di sviluppo tra i diversi paesi, individuando una rete di relazioni nuova tra pubblico e privato e prevedendo quindi un network di contribuzione reciproca, se non finanziaria certamente strategica.
Tre i nodi di sviluppo: analisi delle diversità regionali nell’organizzazione dello sviluppo del software, approccio delle pubbliche amministrazioni all’open source e capacità per il software aperto e gratuito di impattare sia sulla formazione sia sulle conseguenze che migliori capacità di sviluppo hanno sull’economia e sull’occupazione.
FLOSSWorld è qui