Vale 1 miliardo di euro e si chiama Fondo Nazionale Innovazione (FNI): a presentarlo è stato il Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio. Si tratta di una iniziativa dichiaratamente voluta dallo stesso Di Maio: si configura come un soggetto (SGR) multifondo e sarà gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti, spiega il Mise, “attraverso una cabina di regia che ha l’obiettivo di riunire e moltiplicare risorse pubbliche e private dedicate al tema strategico dell’innovazione“.
La centralità dell’innovazione tecnologica e dell’adeguato supporto a tutta la filiera delle imprese innovative è essenziale per garantire al Paese la possibilità di crescere, competere, generare nuove opportunità di lavoro qualificato, creare e distribuire nuova ricchezza in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. Senza questi elementi nessun Paese può crescere in modo stabile, sostenibile e duraturo, specie, in un settore come quello dell’innovazione, oggi dominato da operatori stranieri, usualmente extraeuropei, largamente supportati da mercati ed investitori, da grandi soggetti pubblici e privati.
L’idea è quella di agire per mezzo dello strumento del Venture Capital, calando così nuovi fondi nel mondo delle startup e delle PMI innovative per fare in modo che possano resistere alla svendita all’estero “con una perdita secca per il sistema paese“. Ma sono queste le parole sulle quali si giocherà gran parte della partita:
Gli investimenti sono effettuati dai singoli Fondi del FNI in modo selettivo, in conformità con le migliori pratiche del settore, in funzione della capacità di generare impatto e valore sia per l’investimento sia per l’economia nazionale.
Chi potrà giovarsi dei fondi? Chi avrà in mano i criteri per la selezione degli investimenti? Come saranno gestiti i capitali che confluiranno sulle startup grazie al fondo? Interrogativi che verranno dipanati nei mesi a venire, quando ogni ragionamento sul fondo dovrà tradursi in azioni concrete. L’idea di base è che non solo un fondo simile possa portare una necessaria pioggia di fondi sulle startup, ma che possa altresì creare una comunione di intenti nella quale l’obiettivo comune è la crescita economica: così per le startup, così per i fondi che vi investono, così ancora per il Fondo Nazionale Innovazione che vi partecipa.
L’impatto stimato pari a 1 miliardo deriva da una serie di elementi, tra i quali anche quei PIR attualmente in fase di studio proprio negli uffici del MISE, ove sono stati inizialmente fermati a causa di alcuni problemi che ne avevano bloccato lo sviluppo: l’annuncio di Di Maio di queste ore sembra in qualche modo sbloccare anche l’affair PIR, anche se al momento ancora si attendono chiarimenti da parte del ministero.
Fondo Nazionale Innovazione: i principi
- Inclusione
“L’innovazione è un potente strumento di crescita e di mobilità sociale, un motore di opportunità per talenti e imprese, per tutto il Paese. FNI ha tra le proprie missioni costitutive l’obiettivo di dare sostanza all’esercizio di questo diritto“, pulsione apprezzabile che però non sempre sposa appieno i principi che vedono nella capacità di impatto e di innovazione i paradigmi attorno a cui costruire le scelte di investimento del fondo stesso; - Crescita
“FNI non sostituisce lo sviluppo di un mercato privato dei capitali per l’innovazione, ma è un volano di crescita che ne accompagna e completa in modo virtuoso l’evoluzione e la sostenibilità. Al servizio della collettività“. Per favorire la crescita servono capitali ingenti, ben al di sopra del flebile impegno degli anni passati, e con la proposta Di Maio il mondo startup trova l’attenzione cercata. - Presidio strategico
“FNI ha tra le proprie missioni anche quella di presidiare, per il nostro Paese, le tecnologie ed i mercati emergenti più innovativi, garantendo alle nostre startup e PMI innovative tutto il supporto strategico necessario in una logica di sistema“: l’idea è quella di poter dotare l’Italia della forza necessaria per opporsi alla concentrazione di opportunità che ha allocato altrove le risorse in questi ultimi anni: creare un raccordo tra ricerca e impresa (“Università e Mercato”) è la chiave che il fondo intende stimolare. - Ecosistema
“Attraverso i propri Fondi particolare attenzione verrà dedicata ad una serie di ritardi culturali e strutturali del nostro ecosistema: ampliare il mercato degli operatori di Venture Capital […]; creare spazio ed opportunità di crescita per un contestuale ricambio generazionale[…]; riequilibrare in modo radicale il gender gap, favorendo una maggiore e qualificata presenza femminile; accelerare la nascita e lo sviluppo in Italia del cd Corporate Venture Capital […]; offrire ai territori e alle finanziarie regionali l’opportunità di contribuire ad una grande sfida nazionale”: l’ambizione è quella di creare attorno al fondo un ecosistema florido in grado di sbloccare investimenti ulteriori, tentando di scatenare un ciclo virtuoso che faccia dell’innovazione una nuova leva di sviluppo. - Leadership internazionale
Il Fondo può essere altresì un ponte verso l’Europa, con la quale trattare ad armi pari in virtù della forza che il fondo offre al nostro ecosistema startup: “FNI si propone dunque come interfaccia privilegiata verso gli investitori istituzionali EU, come BEI e FEI, in un rapporto non subalterno di collaborazione e pianificazione. Al tempo stesso, FNI intende concretamente operare per attrarre in Italia grandi e qualificati operatori ed investitori VC europei e internazionali, inclusi Fondi Sovrani, e grandi aziende internazionali“. - Impatto atteso
La roadmap è tracciata: il fondo “può rendere l’Italia uno dei paesi più competitivi in Europa in appena due anni” Il tutto con ricadute positive che vanno ben oltre il solo vantaggio economico: “La generazione di lavoro qualificato nel settore dell’innovazione non soltanto migliora la capacità del nostro Paese di crescere e competere, ma è un potentissimo motore di opportunità per le nuove generazioni, per i nuovi talenti, per il riequilibrio in positivo delle diseguaglianze, anche di genere“.
Un documento PDF è stato diramato (download) per approfondire fin dal primo giorno la conoscenza del fondo, a disposizione di tutti coloro siano interessati al futuro dell’ecosistema startup in Italia e vogliano seguire da vicino la nascita del fondo e della “smart nation” a cui l’Italia intende ispirarsi nei progetti del MISE.
Tra le promesse del Fondo figurano, tra gli altri, 45 milioni in tre anni per Intelligenza Artificiale, blockchain e IoT: apposite commissioni si sono già insediate presso il Ministero proprio per dar corpo al contesto entro il quale tali innovazioni dovrebbero veder luce nel perimetro della regolamentazione italiana.
La presentazione
Questo il video di presentazione diramato dal MISE per illustrare i principi chiave che hanno guidato alla stipula del Fondo Nazionale Innovazione: