Al termine di un procedimento avviato quasi due anni fa, il Garante per la protezione dei dati personali ha inflitto una sanzione di 2,6 milioni di euro a Foodinho, società di food delivery controllata da GlovoApp23. L’autorità ha riscontrato numerose violazioni del GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) e dello statuto dei lavoratori, in particolare la discriminazione dei rider attraverso gli algoritmi di prenotazione e assegnazione degli ordini.
Foodinho: multa milionaria per gravi illeciti
L’attività istruttoria è durata più del solito sia per la sua complessità che per il coinvolgimento dell’autorità spagnola (AEPD), considerato il trattamento transfrontaliero dei dati e quindi la necessità di uno scambio continuo delle informazioni. Nel corso del procedimento e in base alla documentazione raccolta, il Garante ha accertato numerose violazioni in relazione al trattamento dei dati di 18.684 rider.
Gli illeciti più gravi riguardano gli algoritmi utilizzati per la gestione dei lavoratori. Foodinho non ha fornito ai rider adeguate informazioni sul funzionamento del sistema di valutazione, non ha garantito la correttezza dei risultati ottenuti dagli algoritmi e non ha permesso di contestare le decisioni adottate sulla base degli algoritmi, tra cui il licenziamento dei rider.
Il Garante ha quindi imposto a Foodinho di verificare l’esattezza dei dati utilizzati dal sistema di valutazione, “allo scopo di minimizzare il rischio di errori e di distorsioni che potrebbero, ad esempio, portare alla limitazione delle consegne assegnate a ciascun rider o all’esclusione stessa dalla piattaforma“. Tali rischi derivano anche dalla formula matematica usata per assegnare un punteggio ai rider. Chi rifiuta o non accetta subito un ordine viene penalizzato, mentre chi accetta nei tempi stabiliti e consegna il maggior numero di ordini viene premiato.
L’autorità ha inoltre chiesto a Foodinho di apportare modifiche agli algoritmi per evitare “utilizzi impropri o discriminatori dei meccanismi reputazionali basati sul feedback dei clienti e dei partner commerciali“. La sanzione di 2,6 milioni di euro è stata calcolata in base al bilancio del 2019, tenendo conto della scarsa collaborazione offerta dall’azienda durante l’istruttoria e l’elevato numero di rider interessati.