Milano – È quasi un inedito per l’economia 2.0, quella basata sulla intermediazione e disintermediazione di Internet: un gruppo di fattorini di Foodora , startup per la consegna degli ordini gastronomici direttamente a casa, lo scorso sabato ha indetto una protesta al centro di Torino. Una protesta che ha visto il rallentamento progressivo fino al blocco delle consegne : al centro delle rivendicazioni le condizioni di lavoro e il salario che l’azienda offre per chi gira la città in bicicletta con il pranzo e la cena altrui sulle spalle.
A quanto pare la protesta ha ottenuto un risultato tangibile: Foodora, stando al comunicato pubblicato sulla pagina Facebook del collettivo “Deliverance Project”, ha accettato di sedersi a un tavolo e discutere le rivendicazioni dei rider : la questione ruota attorno all’inquadramento dei fattorini, di fatto lavoratori a chiamata che ricevono 2,7 euro per ogni consegna effettuata (senza alcun emolumento relativo al tempo di attesa e di spostamento tra un ordine e il seguente), che puntano invece a diventare dipendenti a tutti gli effetti con un salario più sostanzioso.
Da parte sua l’azienda nelle scorse ore aveva chiarito che Foodora è una startup giovane che costituisce “un generatore di opportunità soprattutto per i giovani, nella maggior parte studenti, che possono gestirsi la collaborazione con totale flessibilità”, e che vada intesa come un secondo o terzo lavoro per chi si diverte ad andare in bicicletta e ha voglia di arrotondare. Si tratta ovviamente anche di bilanciare i profitti coi costi : i margini di una startup, soprattutto quelle basate su un business model digitale, non saranno particolarmente sostanziosi e dunque nella catena del valore tutte le spese vengono tagliate all’osso per garantirne la sopravvivenza.
Di certo la situazione è ancora estremamente tesa: alcuni collaboratori di Foodora che si erano uniti alle proteste pare siano stati “sospesi” dal servizio, e in generale la trattativa tra le controparti sarà complessa. Nell’era del business 2.0, 3.0 e ora anche 4.0, i ruoli tradizionali di datore di lavoro e dipendente sono stravolti da nuove forme di gestione del rapporto tra azienda e impiegati. È possibile che questa situazione dia lo spunto per una revisione completa di tutto il mercato, con conseguenze che andranno oltre la semplice risoluzione di questa disputa.
Luca Annunziata