Le self-driving car di livello 5, quelle senza volante né pedali all’interno dell’abitacolo, saranno in grado di gestire ogni aspetto del viaggio muovendosi sulla base dell’elaborazione in tempo reale dei dati raccolti da sensori, videocamere e LiDAR. Potrebbe però talvolta accadere di doverne comunque prendere i comandi, trovandosi dinnanzi a un’anomalia, a una situazione imprevista oppure spostandosi all’interno di un’area non correttamente rappresentata dalle mappe a disposizione (si pensi ad esempio a un cantiere).
Il brevetto
È in contesti di questo tipo che potrebbe entrare in azione la tecnologia descritta da Ford in un brevetto depositato presso lo United States Patent and Trademark Office, intitolato “Non-autonous streering modes” e scoperto nel fine settimana dalla redazione del sito CarBuzz. Si tratta sostanzialmente di un sistema che permette di comandare il veicolo attraverso il proprio smartphone, con modalità del tutto simili a quelle di alcuni videogiochi automobilistici come Real Racing: attivando il First Autonomous Steering Mode descritto nella proprietà intellettuale è possibile impugnare il telefono con due mani sfruttando il giroscopio e l’accelerometro per svoltare verso sinistra o destra. La Second Autonomous Steering Mode mostra invece sul display un volante virtuale, da girare semplicemente toccando lo schermo con un dito. In entrambi i casi l’accelerazione e l’impianto frenante vengono comunque gestiti dalla vettura.
Ford: guida autonoma e non solo
Non è chiaro se la tecnologia immaginata dall’Ovale Blu arriverà mai a trovare posto su una vettura a guida autonoma destinata al mercato, ma in ogni caso costituisce un interessante esercizio di stile che immagina come il conducente (quello in carne e ossa) possa ancora svolgere un ruolo attivo nella gestione del veicolo nonostante l’avvengo dei sistemi self-driving. Trattandosi di una comunicazione di tipo wireless, un approccio simile dovrà necessariamente dimostrare tutta la propria affidabilità e la totale inviolabilità da parte di terzi o soggetti esterni.
Ford è al lavoro ormai da anni per disegnare una nuova era delle quattro ruote, basata sui sistemi autonomi da destinare in un primo momento al trasporto pubblico (con una sorta di ride sharing) e solo eventualmente più tardi a un utilizzo privato. L’automaker sperimenta da diverso tempo anche forme di mobilità intermodale in cui per raggiungere la propria destinazione i passeggeri saranno chiamati a cambiare mezzo, a seconda del contesto, delle condizioni del traffico che interessa lo spazio urbano e di altre variabili analizzate in tempo reale anche attraverso i dati raccolti e incanalati nelle infrastrutture V2V e V2I.