Chi cercasse la locuzione “Indymedia Pope” su un motore di ricerca avrebbe la possibilità di ricostruire nei dettagli una delle più clamorose storie di censura online in Italia . Una vicenda raccontata su Punto Informatico nel maggio del 2005 e che ha visto preso di mira Indymedia , network dell’informazione indipendente, sulle cui pagine era apparsa una fotografia dell’attuale Papa con riferimenti nazisti.
Ieri la Procura della Repubblica di Roma ha formalmente chiesto al GUP di archiviare il caso, fondato sull’ipotesi di reato di vilipendio di confessione religiosa. Il motivo della richiesta di archiviazione non è però il riconoscimento del diritto di satira o della sostanziale innocuità dell’immagine, quanto invece l’impossibilità di risalire a chi l’ha pubblicata .
Per ottenere il nome dell’autore i magistrati hanno dovuto ricorrere alle rogatorie internazionali presso la magistratura brasiliana, perché in Brasile si trova IMC ( Independent media center ), la culla di Indymedia. Ma non è stato sufficiente per scovare gli autori di quella fotografia o i responsabili della sua pubblicazione, avvenuta in forma anonima sul network dell’informazione indipendente, che di suo evita di conservare log di accesso.
Inutile dire che online sono tuttora pubblicate numerose immagini che ricordano molto da vicino quella finita al centro dell’inchiesta.