San Jose (USA) – Dall’alto della propria posizione sul mercato, Adobe ha deciso di tentare il colpaccio e spingere l’industria della fotografia digitale verso un nuovo formato d’immagine standard che si affianchi al JPEG.
L’obiettivo della mamma di Photoshop è quello di eliminare la confusione e i problemi di interoperabilità generati oggi dall’esistenza di numerosi formati “RAW” sul mercato, tutti incompatibili fra loro, utilizzati da molti produttori nelle proprie fotocamere digitali.
Al contrario del JPEG, che comprime le immagini riducendone la qualità, i formati RAW si basano su algoritmi di compressione senza perdita di informazioni (lossless) capaci di mantenere la massima fedeltà con quanto scattato dalla macchina fotografica. I produttori hanno cominciato ad includere questo tipo di formato dapprima nelle macchine fotografiche digitali di fascia professionale e, più di recente, anche in quelle di fascia media. Il problema, come si è detto, è che ogni produttore utilizza un formato RAW proprietario: NEF per Nikon, DCR per Kodak, CRW per Canon, RAF per Fuji, ORF per Olympus, e via dicendo.
Adobe sta ora proponendo a tutti i produttori di convergere verso il Digital Negative Specification (DNG), un formato RAW basato su di una specifica pubblica e libera da royalty che, se promosso a standard di mercato, potrebbe eliminare i problemi di interoperabilità tra software di grafica e macchine fotografiche digitali.
“Fornendo una soluzione alla mancanza di uno standard aperto per i file RAW creati dalle fotocamere digitali, DNG garantisce ai fotografi la possibilità di accedere ai propri file da qualsiasi applicazione compatibile”, ha spiegato Adobe in un comunicato.
L’azienda ha già rilasciato un tool gratuito e un aggiornamento per Photoshop, entrambi disponibili qui , che possono essere utilizzati per convertire i principali tipi di file RAW nel formato DNG. C’è tuttavia da notare come il celebre software di grafica di Adobe supporti già da qualche tempo alcuni fra i più noti formati RAW proprietari.
La società ha spiegato che i produttori possono personalizzare le proprie implementazioni di DNG aggiungendovi dei metadati privati: sebbene tali modifiche saranno supportate solo dai software forniti dagli stessi produttori, i file DNG “estesi” potranno ancora essere aperti con qualsiasi applicazione compatibile con tale formato.