Sono offerte molto differenti per dimensioni, potenzialità e clientela: Canon e Nikon si muovono a cavallo di Ferragosto per rinnovare rispettivamente la fascia alta e la fascia bassa della propria offerta nel campo delle compatte e delle reflex digitali. In comune, si potrebbe dire, le due aziende giapponesi hanno la fissazione per il video in alta definizione, ormai una commodity obbligatoria per tutte le macchine fotografiche finiscono sul mercato.
Tanto vale partire da Nikon, che ha lanciato la tanto anticipata (e attesa) D3100: la reflex che costituisce la base della sua offerta digitale (e che va a sostituire la D3000 ) si impone con una lista di specifiche che la pongono in netto vantaggio rispetto alla concorrenza (essenzialmente Canon 1000D e Sony A290 ) ovviamente approfittando del fattore novità e in attesa della risposta altrui. Sensore CMOS da 14.2MPx (probabilmente simile a quello delle NEX di Sony, da poco lanciate sul mercato), sensibilità fino a 12800ISO, riprese full HD a 24fps (uscita HDMI a bordo, limite di 10 minuti), Live View con autofocus continuo, sistema di pulizia del sensore e schermo da 3 pollici (invero, il punto debole del pacchetto: appena 230mila pixel). Il tutto viene gestito da un nuovo processore, denominato Expeed 2 .
Messa a confronto con la D5000 , ovvero la sorella maggiore, la D3100 fa segnare parecchi punti a suo favore per quanto attiene la ripresa di video in alta definizione, la risoluzione del sensore e il range ISO. In altre parole, se si esclude bracketing e schermo rotante (quello della D5000 si muove attorno a una cerniera e ha dimensione leggermente inferiore), tra le due non c’è quasi alcuna differenza anche per quanto riguarda le dimensioni. È presto per tirare conclusioni sulla resa fotografica, ma l’introduzione del nuovo sensore e del nuovo processore lasciano intendere che ci dovrebbero essere stati progressi anche su questo fronte. Il prezzo della D3100 con obiettivo 18-55 VR (stabilizzato) sarà di 599 euro sul mercato continentale.
A questo punto, comunque, è lecito attendersi che quanto prima (magari proprio in vista del Photokina di settembre a Colonia) Nikon si appresti a dare un’erede anche alle altre DSLR consumer del suo catalogo, ovvero la già citata D5000 e la D90. E il fatto che Nikon abbia già annunciato anche tutta una serie di ottiche destinate, pare, non solo a chi si avvicina per la prima volta a una reflex, convalida questa tesi: l’ 85mm f/1.4 sembra fatto apposta per i ritrattisti più esigenti, per non parlare del 24-120mm f/4 VR che sembra perfetto per i reporter con sensore full-frame (come quello che si trova a bordo delle professionali D700 e D3). Completano il quadro i più economici 55-300mm VR per allestire il kit del principiante, e un 28-300mm che dovrebbe essere il corrispettivo full-frame dello stravenduto e popolarissimo 18-200mm in formato DX (ridotto).
Passando a Canon , il discorso si fa più articolato . In questo caso le reflex restano ancora un rebus (ma ci si aspetta novità molto presto anche in questo settore, e a tutti i livelli), mentre a ricevere un’iniezione di novità sono le compatte di lusso e più attente ai gusti di fotoamatori evoluti o in cerca di evoluzione. La PowerShot S95 è una specie di Ferrari delle compatte, con ottica luminossissima (f/2-4,9) anche se un po’ limitata nello zoom (solo 3,8x, equivalente a un 28-105mm tradizionale), e un nuovo sistema di stabilizzazione denominato Hibrid IS che promette miracoli. Il sensore è un CCD da 10MPx con diagonale di 1/1,7 pollici (superiore alla media delle compatte), che conferma la decisione di Canon di non correre dietro ai megapixel a tutti i costi privilegiando la qualità e che è in grado di coprire una range di sensibilità compreso tra 100 e 3200ISO. Per il resto la S95 è essenzialmente una compatta con qualche controllo manuale in più, e l’aggiunta pure dell’HDR e delle riprese video 720p (HD ready insomma), per un costo sul mercato USA di 399 dollari (anche questo da Ferrari).
La PowerShot SX130 IS invece punta tutto sullo zoom: in questo caso si arriva a 12x (equivale a un 28-336 di una vecchia reflex 35mm), ma con un sensore da 1/2,3 pollici per 12 milioni di pixel. Anche questa volta Canon ci butta dentro le riprese HD 720p, processore Digic 4 (ma la sensibilità spazia solo tra 100 e 1600ISO), e controlli manuali più completi che su altre piccole. Le dimensioni della SX130 sono più importanti della S95, su questo non ci piove, ma si tratta di macchine con pubblico differente: il costo di questa negli USA sarà di “soli” 250 dollari, ed è disponibile a parte anche lo scafandro per trasformarla in un apparecchio fotografico da immersione subacquea.
Dulcis in fundo, una IXUS che potrebbe fare la felicità di molti (almeno quanti saranno disposti a sborsare i 349 dollari richiesti oltreoceano, per il Vecchio Continente mancano i prezzi ufficiali) e che appare un po’ la via di mezzo tra le prime due: la 1000 HS monta un CMOS retrolluminato (all’ultima moda) da 1/2,3 pollici e 10MPx, grazie al quale dovrebbe essere in grado di effettuare buone riprese fotografiche e video HD (1080p, limitati a 10 minuti) anche in condizioni di luce “sfavorevole” (si spinge fino a 3200ISO). C’è anche una modalità di ripresa slow motion da 240fps, e l’obiettivo è un 10x (36-360mm, f/3,4-5,6) dalle dimensioni generose. La IXUS 1000 HS è la più automatica del trio, ma non le manca niente sotto il profilo tecnico (stabilizzazione ottica, riconoscimento dei visi ecc): le dimensioni sono compatte, e si piazza in cima alla lista dei desideri di natale di parecchi appassionati del “punta e scatta”.
Luca Annunziata