C’è aria di tempesta attorno al settore fotografico, colpito da una corposa riduzione di vendite. Se fino a qualche tempo fa crisi e futuro nebuloso venivano associati esclusivamente alle fotocamere compatte, sempre più oscurate dagli smartphone, adesso il fenomeno si allarga alle macchine di alto lignaggio aprendo pericolose crepe tra tutti i più grandi produttori mondiali. Le cifre lasciano ben pochi dubbi descrivendo un calo di vendite negli ultimi dodici mesi pari quasi al 10 per cento.
Nel dettaglio, gli analisti IDC prevedono una diminuzione di oltre un milione e mezzo di pezzi, che dai 19,1 milioni del 2012 passeranno a fine 2013 a 17,4 milioni (-9,1 per cento). Un effetto generale che non risparmia nessuno, tanto che Canon e Nikon sono state costrette entrambe a rivedere le stime di vendite per l’anno fiscale che terminerà a marzo 2014. Sulla stessa barca anche Tamron Co., una delle maggiori produttrici di lenti e accessori fotografici di alta gamma, che nei primi nove mesi di quest’anno ha piazzato sul mercato il 22 per cento in meno di obiettivi.
Se la crisi economica globale ha le sue colpe, è evidente agli analisti il ruolo esercitato dagli smartphone nel frenare le vendite di mirrorless e DSLR. La fotocamera è ormai considerata uno degli elementi base in uno smartphone e spesso per i consumatori rappresenta la discriminante primaria nella scelta di un modello. Tale visione ha accentuato gli sforzi dei produttori che, fiutato l’aria, hanno lanciato i cameraphone, telefonini intelligenti particolarmente dotati sul versante fotografico, con dettagli come lo stabilizzatore ottico per le immagini divenuti ormai uno standard. Se con la tecnologia Pureview, Nokia è stata la prima a scommettere sui cameraphone, Sony si è subito allineata con il recente Xperia Z1, così come HTC ed LG. Un caso a parte è l’iPhone, che se in termini strettamente numerici sul nuovo 5S sfoggia una camera da 8 Megapixel ha aggiunto funzioni divertenti e di facile gestione, già dal 4S ha impazzato tra appassionati e addetti ai lavori con l’ iPhoneograpy , utilizzata anche come tecnica di reportage tra molti giornalisti.
Nel migliorare e ampliare usi e potenzialità della fotocamera integrata negli smartphone buona parte del merito va ascritto alle applicazioni. Molteplici, efficaci e perlopiù gratuite, le varie Instagram, VSCO Cam, Snapseed consentono agli utenti di giocare in maniera elementare e istantanea con ogni scatto.
Non c’è dubbio che i professionisti e gli amanti della fotografia manuale continuino ad acquistare le reflex, neanche lontanamente paragonabili per qualità e opportunità al miglior smartphone su piazza. Allo stesso tempo, però, uno smartphone di medio-alto livello è più che sufficiente per soddisfare l’utente medio, che dopo aver rinunciato definitivamente alla camera compatta si appassionerà, forse, alla fotografia grazie al telefono ma senza arrivare a valutare l’acquisto di una mirrorless o una DSLR.
“Stiamo vivendo un periodo di transizione difficile, ma non credo durerà ancora molto”, è l’opinione di Junichi Itoh, direttore finanziario Nikon, che ha già la soluzione al problema: “C’è ancora una buona domanda e in prospettiva futura il mercato cinese è la chiave”. Diversa, invece, la visione di Takafumi Hongo, portavoce Canon, che pone l’accento sulla differente qualità tra smarpthone e camere digitali: “Scattare foto con gli smartphone e modificarle con applicazioni è come cucinare con ingredienti economici e un sacco di aromi artificiali, mentre affidarsi a telecamere intercambiabili è come quando si prepara un piatto con gli ingredienti naturali”.
La sensazione è che, per frenare la tendenza, i produttori di fotocamere debbano proporre nuove funzionalità specifiche smettendo di inseguire gli smartphone, come già avvenuto con l’introduzione di WiFi, geotagging e l’immediata condivisione degli scatti sui principali social network anche sui modelli top di gamma. Solo così, forse, si potrà allargare la platea di appassionati e tornare ai fasti pre-smartphone.
Alessio Caprodossi