I dati delle installazioni fotovoltaiche in Italia per il 2023 indicano ancora una volta una forte crescita, indicando un ottimo stato di salute del mercato ed apportando così ulteriore forza muscolare alle politiche energetiche nazionali (dove sempre di più si cercano fonti alternative sia in ottica geopolitica, sia per ottemperare gli impegni in termini di sostenibilità ambientale). Secondo i dati analizzati da QualEnergia, nell’anno passato sono stati portati a regime 5234MW, il secondo dato più elevato di sempre. Complessivamente sono stati realizzati 373.929 nuovi impianti (in aumento dell’82% anno su anno) con una produzione energetica aggiuntiva che raddoppia l’aumento già registrato nel 2022.
Fotovoltaico in aumento
La maggior parte delle installazioni (38%) è in quota ai piccoli impianti, casalinghi o aziendali, che si situano al di sotto del limite dei 12kW. La parte restante del mercato si divide tra tagli superiori di potenza, evidenziando un mercato che ha ben approfittato degli incentivi disponibili – soprattutto il Superbonus. In prospettiva è ipotizzabile un calo della quota parte relativa ai piccoli impianti, dove si torna a detrazioni “normali”, mentre maggiore potrebbe essere la quota delle installazioni di maggior taglia sulle quali potrà incidere anche tutto quel che è il nascente comparto dell’agrivoltaico.
Lombardia, Puglia, Veneto ed Emilia Romagna le regioni che registrano maggior potenza installata; Sicilia, Lazio, Marche, Sardegna e Campania inseguono, ma dimostrano altresì come le potenzialità di crescita possano essere ancora molto alte. Liguria e Valle D’Aosta, per contro, scontano un territorio non particolarmente favorevole ad i grandi impianti e giungono pertanto a fondo classifica anche in termini di installazioni pro-capite.
Secondo QualEnergia, al fine di raggiungere gli obiettivi del nuovo Pniec sarà necessario accelerare ulteriormente per raggiungere almeno 8000 MW di nuove installazioni annue da qui al 2030. Le stime a livello internazionale indicano un mercato sempre più maturo, con una domanda crescente, ma con un’offerta che è ormai in grado di più che compensare le richieste. Si possono pertanto ipotizzare prezzi in calo (elemento plausibile anche a livello di strumenti per l’accumulo) ed un interesse ancor più elevato da parte di quanti, forti di un investimento incentivato, possono godere di costi minori nel tempo ed un miglior profilo ecologico nelle proprie attività quotidiane.