All’interno del Decreto Crescita (pdf), tra i meandri dell’articolo 10 dedicato alle “modifiche alla disciplina degli incentivi di efficienza energetica e rischio sismico“, si cela una frase che ha gettato una nuova luce sul futuro prossimo del fotovoltaico in Italia. Quella che emerge è infatti una opportunità di grande spessore che potrebbe far tornare ai consumatori la curiosità di investire in questo tipo di energia alternativa, puntando così sull’autoconsumo per ridurre i costi in bolletta negli anni a venire.
Il Ministero dello Sviluppo in tal senso è stato chiaro: puntare sul fotovoltaico e sullo stimolo all’autoconsumo è un passaggio fondamentale per le politiche energetiche del paese ed una prossima iniziativa del ministero in collaborazione con Google Sunroof potrebbe essere una leva fondamentale per stimolare questo tipo di sensibilità. Ma il tracollo delle installazioni vissuto negli ultimissimi anni necessita di una reazione più forte e fatta di vero e proprio incentivo all’investimento: serve un incentivo al fotovoltaico e il Governo conta di averlo identificato in un nuovo tipo di leva fiscale.
Il fotovoltaico nel Decreto Crescita
Per comprendere cosa possa succedere occorre partire dal Decreto Crescita, ufficialmente approvato ed ora in attesa dei necessari interventi per l’attuazione. Nella fattispecie l’attenzione va rivolta all’articolo 10, che recita testualmente:
Con l’obiettivo di incentivare la realizzazione di interventi di efficientamento energetico e di prevenzione del rischio sismico, superando alcune criticità operative riscontrate nel funzionamento dello strumento della detrazione fiscale, la disposizione, integrando i meccanismi esistenti, introduce la possibilità per il soggetto che sostiene le spese per gli interventi […] di ricevere un contributo, anticipato dal fornitore che ha effettuato l’intervento, sotto forma di sconto sul corrispettivo spettante. Tale contributo è recuperato dal fornitore esclusivamente sotto forma di credito d’imposta, di pari ammontare, da utilizzare in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo, senza l’applicazione dei limiti di compensabilità.
La parte fondamentale sta nel superamento dell’attuale sistema della detrazione fiscale (50% della spesa, spalmata in 10 anni al netto della capienza in termini di reddito), passando alla “possibilità per il soggetto che sostiene le spese per gli interventi di ricevere un contributo, anticipato dal fornitore che ha effettuato l’intervento, sotto forma di sconto sul corrispettivo spettante“. In parole povere, l’utente finale andrebbe a spendere il 50% della cifra complessiva (intascando pertanto fin da subito quello sconto del 50% che prima era possibile detrarre in 10 anni), mentre il fornitore andrebbe ad intascare questo 50% sotto forma di credito da riscattare in 5 anni (o cedere a terzi).
Per gli utenti interessati al fotovoltaico può essere una grande opportunità, per gli installatori rimane tutto da capire: da una parte si tratta di lavorare a credito, sapendo di riscuotere l’intera cifra solo con tempi non certo immediati; dall’altra la mole di lavoro potrebbe rapidamente aumentare, facendo tornare un grande interesse attorno al tema del fotovoltaico.
Al momento non è dato sapersi di più, poiché l’argomento si esaurisce in questa frase contenuta nell’articolo 10. Soprattutto, ci si attende una lunga serie di decreti attuativi che faranno entrare più nel dettaglio le dichiarazioni di intento inserite nel testo fin qui approvato. In particolare occorrerà capire:
- se questo tipo di procedura potrà essere accessibile a tutti i cittadini, anche quelli che in passato hanno già raggiunto i massimali previsti dalle detrazioni per interventi di ristrutturazione;
- se questo tipo di procedura avrà una qualche limitazione di sorta o se può rappresentare realmente un volano per il fotovoltaico in Italia;
- se la cessione del credito ai fornitori diventerà un collo di bottiglia per il mercato o se riuscirà invece ad essere un utile strumento per accelerarne lo sviluppo.