Fotovoltaico nello spazio: funzionerà così

Fotovoltaico nello spazio: funzionerà così

In un futuro (si spera) non troppo lontano, potremo produrre energia pulita tramite il fotovoltaico nello spazio: passi in avanti dalla Cina.
Fotovoltaico nello spazio: funzionerà così
In un futuro (si spera) non troppo lontano, potremo produrre energia pulita tramite il fotovoltaico nello spazio: passi in avanti dalla Cina.

E se la soluzione ai problemi legati all’approvvigionamento dell’energia arrivasse dallo spazio? L’idea non è del tutto inedita, ma fino a oggi era rimasta sostanzialmente ferma allo status di progetto su carta. Dall’altra parte del mondo arriva invece ora la notizia di un impianto fotovoltaico dall’altezza pari a 75 metri già realizzato, in Cina. A metterlo a punto è stata la Xidian University e per ora i test sono stati condotti con successo, seppur al suolo.

Potenziale rivoluzione in Cina: il fotovoltaico nello spazio è più vicino

Come avverrebbe il trasporto dell’elettricità prodotta? Ovviamente non con un cavo lungo decine di migliaia di chilometri, ma attraverso microonde in grado di attraversare l’atmosfera e giungere a terra. Tutti i dettagli e le immagini nel comunicato ufficiale (in cinese).

Fotovoltaico per lo spazio: il progetto in Cina

La stima è quella di poter arrivare a produrre, in orbita, fino a otto volte il quantitativo di energia ottenibile sul nostro pianeta, destinandola poi al consumo diretto o ai sistemi di accumulo come le batterie di stoccaggio. Il motivo è presto detto: un’esposizione ottimale non inficiata da condizioni meteo variabili.

Il procedimento prevede diverse fasi. Dapprima i pannelli assorbono la luce del sole e la convertono in corrente elettrica, poi questa è trasformata in microonde come descritto poc’anzi e infine avviene la sua trasmissione mediante un’apposita antenna, con una modalità che a tutti gli effetti può essere definita “wireless”.

Fotovoltaico per lo spazio: il progetto in Cina

Nonostante il test condotto con successo dalla Xidian University, la riproducibilità dell’impianto e la sua messa in opera nello spazio rappresentano sfide progettuali e ingegneristiche non di poco conto. Per comprenderlo è sufficiente considerare che l’altezza a cui dovrebbe essere posto ammonta a circa 36.000 chilometri dal suolo, in orbita geosincrona.

Ad ogni modo, i responsabili dell’iniziativa non nascondono il loro entusiasmo, forti anche del fatto che la fase di realizzazione del prototipo attuale ha preso il via nel 2018, arrivando a concludersi con largo anticipo rispetto alla tabella di marcia prefissata.

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Fonte: SpaceNews
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Pubblicato il
17 giu 2022
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