Ad annunciarlo è stato un recente post apparso sul blog ufficiale di Foursquare. Il gigante della geolocalizzazione social ha definitivamente abbandonato le tradizionali API di Google Maps per abbracciare il servizio alternativo MapBox Streets, ovvero basato sui dati in crowdsourcing dell’atlante open source OpenStreetMap .
Nessuna sostanziale modifica al normale funzionamento di Foursquare e delle sue applicazioni mobile su iOS o Android. Il cambio di mappe è stato deciso per la “maggiore flessibilità” offerta da MapBox Streets rispetto alle API fornite dal colosso di Mountain View ai più disparati servizi e piattaforme web.
“È un atlante globale in crowdsourcing ed è spettacolare – hanno scritto i responsabili di Foursquare nel post – È come Wikipedia per la geografia. Apprezziamo molto l’idea di adottare i dati aperti, e siamo molto felici di provare”. Ma non è l’unica motivazione alla base della scelta del social network geolocalizzato.
Gli stessi vertici di Foursquare hanno sottolineato come un numero sempre maggiore di servizi e applicazioni abbia deciso di migrare verso soluzioni alternative a quella offerta da Google Maps. A partire dallo scorso anno, BigG ha infatti introdotto un obolo per sfruttare le API di Maps, in particolare per i siti commerciali ad alto volume di traffico .
E sempre a proposito di mappe, i due nuovi amici Microsoft e Nokia hanno annunciato la fusione del servizio Bing Maps con quello presente sui dispositivi mobile del gigante finlandese. Si tratterebbe di una mossa strategica per offrire agli utenti una migliore esperienza geolocalizzata, con più funzioni e una grafica potenziata.
Mauro Vecchio