Un’esplosione, poi le fiamme: l’incidente in uno degli impianti del fornitore di Apple (e non solo) Foxconn, già al centro di polemiche per le condizioni di lavoro cui sono sottoposti gli impiegati, è costato la vita a tre uomini e causato quindici feriti .
A prendere fuoco è stato lo stabilimento con sede a Chengdu, nella provincia cinese dello Sichuan, non una delle sedi principali del produttore, ma in ogni caso ancora pieno di dipendenti al momento dell’esplosione, lo scorso venerdì alle 7 di sera ora locale. A causare l’incidente una fuga di combustibile su cui i dirigenti stanno ora investigando.
Foxconn non ha divulgato dettagli circa i device la cui costruzione rischia di essere rallentata in seguito alla sospensione del lavoro, eventualità comunque esclusa dai dirigenti, né i conseguenti danni economici. L’azienda ha già registrato una perdita sul mercato azionario di quasi 3 punti percentuali.
Il nuovo impianto, aperto ad ottobre, si occuperebbe dell’assemblaggio dei computer e di iPad 2, di cui sembra avere 52 linee di produzione. Proprio per il tablet Apple gli analisti stimano rischi maggiori: il calo di produzione potrebbe essere compreso tra 2,8 e 1,3 milioni di unità , con conseguenze sulla catena distributiva e i profitti di Apple, che già arrancava dietro alla domanda di tablet.
Tuttavia la stessa Foxconn ha negato che ci saranno conseguenze sulla catena di produzione di iPad, che non sarebbe neanche rimasta coinvolta negli incidenti. “Foxconn – si legge nel comunicato – è un produttore molto professionale ed esperto, in grado di adattarsi alle situazioni di crisi e minimizzarne le conseguenze”.
Sulla causa dell’esplosione Foxconn dice di star ancora conducendo indagini, cui collabora anche Apple che si è detta “profondamente rattristata per la tragedia”.
Claudio Tamburrino