Contro l’ inferno di Foxconn , il management aziendale prova a rasserenare gli animi esasperati dei lavoratori promettendo un sostanzioso aumento su un salario che è però esiguo (rispetto agli standard occidentali). La fabbrica al momento più chiacchierata della Cina invia memorandum ai dipendenti tesi a rassicurarli , e ci tiene a precisare che anche in caso di suicidio non ci saranno conseguenze legali per la catena di montaggio.
Nel memo pubblicato online Foxconn si premura prima di tutto di consigliare i lavoratori, proponendo loro di servirsi delle linee di aiuto disponibili in azienda, quelle dei reclami e persino quelle sindacali. Poi il tono del documento cambia e si trasforma in una vera e propria liberatoria da far firmare a ogni singolo lavoratore, dove si specifica che il contraente “accetta” di non fare del male a se stesso o ad altri, accetta la policy aziendale in merito al rispetto della legge e promette di non denunciarla in nessun caso, nemmeno in quelli di suicidio.
Hon Hai (gruppo di controllo dell’impianto Foxconn) promette inoltre un aumento del 20 per cento sul salario come misura precauzionale per i disperati dei turni massacranti al montaggio dei dispositivi elettronici, aumento apparentemente già deciso da un pezzo e che farebbe “lievitare” la paga dai 100 euro di adesso ai 120 euro di non si sa bene quando .
Tutti hanno paura delle potenziali conseguenze di immagine derivanti dallo scandalo Foxconn, inclusa Foxconn stessa e i clienti più pregiati della fabbrica high-tech aperta 24 ore su 24: Apple ha già annunciato di voler condurre investigazioni in proprio e ora anche Nintendo si dice pronta a far luce sulle effettive condizioni di lavoro all’interno dell’impianto che contribuisce alla produzione della console Wii.
Altrettanto pronti a indagare si dicono HP e Dell, coinvolti come Apple, Nintendo, Sony, Nokia e molti altri nell’ affaire Foxconn. E se proprio nessun’altra misura di prevenzione funzionasse, dice il presidente esecutivo del gruppo Terry Gou, la corporation ha installato alcune reti all’esterno dell’impianto per “catturare” i disperati che provassero (come 10 già hanno fatto dall’inizio del 2010) a saltare dal tetto.
Alfonso Maruccia