Del progetto Framework abbiamo scritto su queste pagine poco più di un anno fa, al debutto della startup impegnata nella realizzazione di un laptop modulare. Torniamo a farlo oggi poiché il team ha annunciato un upgrade: dentro i processori Intel Core di dodicesima generazione per chi desidera prestazioni senza compromessi. La fase di pre-ordine ha già preso il via, ma al momento solo in alcuni territori (Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania, Francia, Olanda, Austria e Irlanda). L’elenco arriverà a comprenderne altri entro l’anno. Ancora nulla in Italia, per il momento dobbiamo accontentarci dei modelli tradizionali che offre il mercato.
Framework aggiorna il suo laptop modulare
Le novità non si limitano al comparto hardware, ma interessano anche il design. La scocca risulta ora più resistente grazie al passaggio a un processo CNC per la lavorazione della Top Cover. A tal proposito, prosegue la collaborazione con il fornitore Hamagawa per garantire una fornitura sostenibile dell’alluminio necessario alla produzione. I prezzi partono da 1.049 dollari per la configurazione base.
Per l’Upgrade Kit, rivolto a chi già è in possesso della versione precedente, la spesa minima è 538 dollari scegliendo l’unità con Intel Core i5-1240P.
All’esordio anche uno slot di espansione Ethernet (basato sul controller Realtek RTL815) come chiesto a gran voce fin dall’annuncio iniziale del progetto. Sarà disponibile più avanti nel corso dell’anno. Il resto delle specifiche tecniche non cambia, a partire dal display da 13,5 pollici fino alla tastiera e al trackpad.
Framework continua a ritenere il supporto a Linux una priorità assoluta e oggi garantisce la piena compatibilità del proprio hardware con Fedora 36. Per quanto riguarda invece Ubuntu 22.04 sono necessari alcuni piccoli workaround.
L’idea è di certo interessante. Il tempo, l’accoglienza del mercato e il supporto ne decreteranno il successo o il fallimento. Di fatto, si tratta di applicare al segmento laptop il concetto che da sempre caratterizza le possibilità di upgrade riservate ai desktop. Altre iniziative di questo tipo, a partire dal Project Ara messo in campo da Google in ambito smartphone, non hanno saputo ottenere il riscontro sperato.