Google, Facebook, eBay e altre 17 aziende ICT hanno fatto ricorso davanti al Consiglio di Stato francese contro le misure adottate dall’Eliseo (e gli obblighi in esso contenuti) in materia di data retention .
Le aziende sono unite in un’associazione di categoria che porterà avanti l’opposizione al decreto risalente al 2004 ma in vigore da marzo , contenente gli obblighi contestati.
In Europa la disciplina in materia rappresenta in generale l’applicazione a livello nazionale della Direttiva Europea 2006/24/EC in cui Bruxelles prescrive che i provider e i fornitori di servizi TLC conservino informazioni circa le comunicazioni degli utenti, per un periodo compreso tra i 6 mesi e i 2 anni. Approccio già criticato da diversi paesi membri nonché dal Gruppo di Lavoro Articolo 29 che riunisce i Garanti della Privacy europei.
La Francia è stata in prima fila su questo fronte, in particolare con la cosiddetta Dottrina Sarkozy e con un decreto ad essa ascrivibile con cui ha imposto ai servizi di e-commerce, video e email di conservare i dati privati, nomi, numeri di telefono, indirizzi di posta, ma anche password dei propri clienti per un anno e di metterlo a disposizione delle autorità in caso di indagini.
Le aziende hanno deciso di schierarsi contro la misura in quanto andrebbe anche oltre quanto stabilito (e quindi concesso) dalle autorità europee nel momento in cui chiede di conservare anche le password. E proprio alla mancata consultazione della Commissione Europea da parte della Francia il gruppo fa appello.
Claudio Tamburrino