Dopo i deputati dell’Assemblea Nazionale anche il Senato francese ha approvato a larga maggioranza (251 sì, 68 no) i tre projet de loi relatif au renseignement che introducono la possibilità da parte delle autorità di effettuare operazioni di sorveglianza di massa e conferiscono nuovi poteri nella lotta al terrorismo.
Dopo un dibattito che si è concentrato soprattutto sulla necessità di tali nuovi poteri per un’efficace anti-terrorismo, dunque, il progetto di legge prosegue il suo iter preferenziale che prevede una singola lettura per Camera, una procedura riservata alle leggi anti-terroristiche in Francia, e continua a cavalcare l’onda lunga della paura e dell’indignazione che ha travolto il Paese all’indomani della strage nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo.
Insieme a maggiori poteri di sorveglianza, nuovi strumenti per le intercettazioni e la creazione di un comitato per il controllo delle intercettazioni, è stata introdotta una legge che prevede la possibilità di blocco di siti cui venga contestato il reato di apologia di terrorismo o di pedo-pornografia: tecnicamente si tratta di un blocco via DNS che gli Internet Service Provider sono obbligati ad adottare entro 24 ore dalla richiesta delle autorità. Il tutto – senza passare al vaglio del potere giudiziario – ha peraltro già portato alla sospensione di alcuni siti: segno che Parigi ha tutta l’intenzione di agire con durezza sul fronte dell’antiterrorismo.
Nel dettaglio la loi relatif au renseignement , nonostante alcuni emendamenti introdotti ad aprile, estende i poteri e gli scopi dell’intelligence fino ad arrivare a permettergli di adottare strumenti di data retention e di sorveglianza globale, anche attraverso nuove tecnologie per l’intercettazione delle comunicazioni elettroniche e legalizzando per esempio l’impiego degli strumenti di intercettazione di massa finora utilizzati. Il tutto, fuori dal controllo della commissione che sarà incaricata nel paese di vigilare sulle intercettazioni e che appare svuotata di reali poteri, in un’impostazione che qualcuno definisce come Patriot Act alla francese. Il Patriot Act statunitense è lo strumento legislativo che ha permesso a NSA di condurre le operazioni di sorveglianza di massa svelate dalle rivelazioni dell’ex contractor Edward Snowden e che al momento il Congresso degli Stati Uniti sembra aver ammorbidito con l’ approvazione dello USA Freedom Act, che però il Dipartimento di Giustizia vorrebbe ritardare di almeno sei mesi.
La nuova legge francese dovrà presumibilmente passare al vaglio del Consiglio di Stato, che ne valuterà la costituzionalità: non è scontato che rispetti diritti e principi normativi della Carta fondamentale francese.
Claudio Tamburrino