Apple se la dovrà vedere in Francia con un’ accusa legata alle condizioni contrattuali che impone ai suoi rivenditori : una causa che sembra legata a indagini già avviate nel 2013.
Il problema è legato alle condizioni che Apple impone ai suoi distributori per quanto riguarda il product placement, la posizione in catalogo e la comunicazione: in particolare i carrier devono ordinare un numero minimo di iPhone nell’arco di tre anni, pagare un contributo per il materiale pubblicitario, compresi i cartelli in-store, assumersi parte dei costi di riparazione dei dispositivi ed eventualmente permettere ad Apple di utilizzare il loro nome ed i loro marchi a fini pubblicitari. Inoltre i rivenditori non possono adottare propri piani di pagamento per gli iPhone e devono riconoscere a Cupertino le condizioni migliori (con la cosiddetta clausola della “nazione più favorita” che ha già inguaiato Apple negli Stati Uniti sul mercato degli ebook) in merito a prezzi di commissione e qualità dei servizi.
Per Apple si tratta semplicemente della standardizzazione del marketing e dei canali di distribuzione, per le autorità francesi, che ora hanno aperto un’indagine, una possibile violazione della normativa sulla concorrenza ed un abuso di posizione dominante.
Per questo la Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes (DGCCRF) ha avviato un’azione nei confronti di Apple cui contesta la validità delle condizioni imposte con i contratti fatti sottoscrivere ai diversi operatori locali .
Per tali violazioni l’Authority chiede la modifica dei contratti con i carrier con l’eliminazione delle dieci clausole incriminate e 48,5 milioni di euro di danni , eventualmente da ripartire tra i carrier SFR, Orange, Free Mobile e Bouygues in proporzione al mercato.
Claudio Tamburrino