È durata mesi la caccia al misterioso Hacker Croll , ovvero il cracker che era andato più volte di traverso a Twitter. Alla fine, la polizia francese è riuscita ad ammanettarlo , grazie al contributo degli agenti federali statunitensi. Si tratta di un ragazzo disoccupato di 25 anni – il cui nome è rimasto avvolto nell’ombra – individuato recentemente nella regione della Francia centrale.
Ammanettato dunque il cracker che aveva seminato il panico tra le maglie cinguettanti della piattaforma di microblogging, a partire dalle sue indesiderate visite dello scorso maggio . Hacker Croll aveva infatti indovinato la risposta richiesta dalla webmail di Yahoo!, ottenendo così le credenziali d’accesso al profilo da admin di un dipendente di Twitter. Un’intrusione che tuttavia non aveva creato danni, data una semplice voglia del cracker di curiosare in giro, all’interno della piattaforma.
Hacker Croll aveva così dato una sbirciatina dentro alcuni account celebri, da quello dell’attore Ashton Kutcher a quelli del Presidente statunitense Barack Obama e della popstar Britney Spears. Ma il ragazzo non si era fermato lì, inviando successivamente a media come TechCrunch alcuni file rubati , contenenti informazioni riservate sui dipendenti di Twitter oltre che un documento relativo alle sue previsioni di crescita.
Secondo le dichiarazioni della polizia francese, il cracker venticinquenne avrebbe attaccato anche alcuni account Facebook e Gmail , senza però cercare di ottenere alcun guadagno finanziario illecito. Hacker Croll si sarebbe tuttavia macchiato di spamming, riuscendo a racimolare una cifra pari a 15mila euro. Temporaneamente rilasciato , il ragazzo comparirà davanti al giudice francese il 24 giugno prossimo, con una pena di due anni di carcere a pendergli sul capo come una spada di Damocle.
Se, a questo punto, l’account Twitter di Barack Obama potrà dormire cybersonni più tranquilli, quello di un gruppo nigeriano a sostegno dei diritti umani dovrà fare i conti con la censura. Una corte islamica del paese africano ha infatti stabilito che gli attivisti non potranno più ospitare su Twitter accesi dibattiti sull’ utilizzo dell’amputazione come suprema forma di punizione. Si tratterebbe di una violazione della Sharìa, l’antica legge islamica.
Mauro Vecchio