Parigi – Sì alla libertà di espressione, sì alla pluralità delle opinioni in rete, no all’attività di chi incoraggia molte, troppe giovani sulla strada dell’anoressia, una via che in molti casi porta alla morte. Questo, in sintesi, il pensiero del Governo francese espresso in Parlamento dal ministro della Salute Roselyne Bachelot, che ha annunciato un giro di vite severissimo .
In particolare il Governo pensa a nuove pene per chi gestisce siti e pubblicazioni illegali, ossia “pro-anoressia”, che possono comprendere carcere fino a tre anni nonché sanzioni economiche fino a 30mila euro.
Ma cosa significa “incoraggiare” l’anoressia? Come distinguere un sito che inneggia alla magrezza come formula per la definizione della propria identità, da un sito che invece può incitare a infilarsi nel tunnel? Lo ha spiegato la stessa Bachelot, secondo cui i siti illegali sono quelli che forniscono consigli “su come mentire ai dottori”, quelli che raccontano quali siano i cibi “più facili da vomitare”. L’idea, dunque, è che si possa capire senza troppa difficoltà quando un sito supera la linea di confine: è sufficiente che “incoraggino giovani donne a torturarsi ogni volta che assumono del cibo”, un’attività “che non rientra nella libertà di espressione”.
Lo Stato, dunque, in Francia come già in Spagna e come potrebbe presto accadere anche nel Regno Unito , deve ergersi a difensore supremo dell’integrità psicologica delle giovani e fungere da filtro tra gli speculatori dell’anoressia e i soggetti più deboli, che rischiano di cadere in una spirale dalla quale non tutti riescono ad uscire.
Non è libertà di espressione , ha insistito Bachelot, perché chi propaganda certe informazioni lo fa “diffondendo messaggi di morte. Il nostro paese – ha avvertito – deve trovare i mezzi per individuare e colpire chi si cela dietro a siti come questi”.
La speranza del Governo è dunque quella di far piazza pulita, almeno in Francia, di quei network pro-ana che sono composti da forum, blog e comunità web nelle quali non si parla solo dell’anoressia come malattia ma anzi, ha detto Bachelot, si promuovono metodi e modi per farsi del male.
La legge proposta parla del nuovo reato come “incitamento ad una eccessiva magrezza” ed è già passata alla Camera: il Senato presto potrebbe renderla definitiva.
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