Nei giorni scorsi in Francia un tribunale ha ordinato ad Amazon di concentrare la propria attività nel paese esclusivamente sulla compravendita di beni e prodotti di prima necessità come cibo, dispositivi medici e articoli per l’igiene personale, accogliendo le richieste di alcuni lavoratori impiegati nei magazzini e preoccupati per la loro salute. In conseguenza il gruppo ha deciso di mettere in standby l’intero business, chiudendo fino a data da destinarsi (almeno fino al 20 aprile) i sei centri di smistamento presenti sul territorio.
Francia: chiusi i magazzini di Amazon nel paese
Il motivo di tale decisione è spiegato da Frédéric Duval, Country Manager del gruppo, che intervenendo in una trasmissione radiofonica ha innanzitutto ricordato gli investimenti fin qui destinati all’acquisto di mascherine, gel igienizzanti e termometri per il controllo della temperatura corporea di chi si appresta a entrare negli edifici, così da tutelare tutti. Poi ha spiegato che, anche alla luce dell’eventuale sanzione da 1 milione di euro prevista per ogni giorno di infrazione delle regole imposte, si è preferito optare per lo stop completo: troppo vaghe le indicazioni fornite.
C’è un’enorme ambiguità. Un tagliaunghie è un prodotto per l’igiene personale? E i preservativi vanno considerati dispositivi medici? Non sono in grado di stabilirlo.
Confermate le discussioni in atto con le sigle sindacali affinché la riapertura possa avvenire in tempi brevi, ma nessuna data certa è stata al momento stabilita. Sarà importante capire le tempistiche per valutare le conseguenze sulla continuità del business delle piccole realtà e dei commercianti esterni che fanno leva sulla piattaforma e-commerce per non fermarsi completamente in questo momento delicato. Restando in tema, Amazon ha confermato che nella giornata di ieri Roy Perticucci, ormai ex Vice President EU Operations, ha lasciato il proprio incarico.