In Francia è stata depositata la prima denuncia con richiesta di blocco di un sito sospettato di favorire la diffusione di contenuti in violazione del diritto d’autore .
I titolari dei diritto sono così passati all’offensiva senza attendere la nuova fase di HADOPI annunciata , in cui tenterà di agire ad un livello più alto della diffusione online di opere protette da proprietà intellettuale e in cui si intende attaccare direttamente i fornitori di streaming e direct download .
Finora il sistema a tre colpi previsto dalla dottrina Sarkozy si concentrava sulla lotta al P2P: sarebbe riuscito, secondo i dati ufficiali, a diminuire il fenomeno del 35 per cento. Ma limitandosi a solo una delle forme di distribuzione di contenuti ciò, anche se fosse un dato confermato, non basterebbe.
A spingere per questa riforma, già battezzata HADOPI 3, sono naturalmente i detentori dei diritti: in attesa che questa possibilità diventi ufficiale, d’altronde, si sono mosse proprio le associazioni di categoria del settore ( Syndicat de l’Edition Vidéo Numérique , SEVN , la Fédération Nationale des Distributeurs de Film , FNDF e l’ Association des Producteurs de Cinéma , APC ).
Al centro della nuova accusa vi sono proprio i siti di streaming e download diretto AlloShare, AlloMovie, AlloShowTV. Ma accanto ad essi anche gli Internet Service Provider : Orange, France Télécom, Bouygues, Darty, Free, Google, Microsoft, NC Numéricable e Yahoo! e SFR. Non è chiaro, invece, se tra le piattaforme sotto esame vi siano anche MegaVideo e MegaUpload .
Per il momento l’azione dei detentori dei diritti si basa sull’ articolo 336-2 del Codice proprietà intellettuale che parla genericamente di possibilità di adottare tutte le misure necessarie a prevenire o interrompere violazioni di diritto d’autore o di altri diritti di visione perpetrate da un servizio online .
Claudio Tamburrino