Esito positivo per l’ennesima contesa legale tra eBay e i più noti produttori di beni voluttuari: un giudice di Parigi ha scagionato l’operatore di e-commerce dalle accuse di favoreggiamento nella vendita di cosmetici contraffatti rivoltegli da L’Oreal perfumes . L’azienda rimane a bocca asciutta senza vedere un solo centesimo dei 3,5 milioni di euro chiesti in riparazione del presunto collaborazionismo con i falsari da parte di eBay.
La decisione assume una rilevanza particolare se si considera che, oltre a casi come quello di Tiffany & Co. negli States, eBay è stato e rimane un bersaglio privilegiato dei marchi di lusso francesi, condannato a pagare 20mila euro nella vicenda innescata da Hermès e 38,6 milioni in un caso simile avviato dal gruppo Louis Vuitton .
La causa intentata da L’Oreal si è conclusa invece in maniera positiva per la piattaforma di commercio elettronico, e a poco sono servite le stime fornite alla corte secondo cui il 60% dei profumi venduti online con il noto marchio fossero dei falsi: eBay, ha stabilito il giudice, non può essere giudicata responsabile di questi casi di contraffazione perché già si impegna in misure e procedure adeguate al loro contrasto , offrendo ad esempio ai produttori di segnalare eventuali transazioni sospette da rimuovere immediatamente dal sito.
La corte ha dunque stabilito che L’Oreal deve lavorare di concerto con eBay per contrastare il fenomeno , piuttosto che limitarsi a trascinare il colosso davanti ai tribunali. Sono d’accordo con il giudice consulenti e dirigenti della società statunitense, che da un lato parlano di “una evidente vittoria legale per eBay e un’importante vittoria per i consumatori francesi” e dall’altro esortano i produttori a cercare la cooperazione invece dello scontro.
“Il 99% di tutti gli oggetti elencati su eBay è composto da prodotti originali e noi continuiamo a impegnarci seriamente per assicurarci che eBay sia un luogo sicuro e fidato dove fare shopping”, dice il capo della divisione trust and safety per eBay UK e Irlanda Richard Ambrose, rimarcando come “Il continuo dialogo e la continua collaborazione, piuttosto che lo scontro in tribunale, siano l’unica strada per identificare e rimuovere efficacemente tutti gli oggetti contraffatti che compaiono sul nostro sito”.
Alfonso Maruccia