Il Tribunal de grande instance di Parigi ha condannato Google per non aver deindicizzato alcuni risultati offerti dal suo motore di ricerca in seguito alla richiesta di un giudice: rischia una multa di mille euro al giorno.
I fatti si snodano a partire da una decisione dello scorso 13 marzo 2014 con cui il Tribunale di Parigi condannava gli autori di certi commenti postati su una pagina Facebook e su un sito. Nel mese di maggio, le persone offese da questi commenti ritenuti diffamatori ottenevano che il tribunale sollecitasse l’azione da parte di Google, che avrebbe dovuto rimuovere dai risultati della sua ricerca i link che indirizzavano a questi commenti.
Google non si è mai mossa come richiesto, ma ha risposto di aver predisposto – in seguito alla decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha di fatto concretizzato il diritto all’oblio – il sistema ad hoc attraverso cui ricevere le notifiche di eventuali risultati da cancellare. È stato ignorato dal giudice francese anche il fatto che ad occuparsi del motore di ricerca sia Google Inc. e non Google France, che è il soggetto ora condannato.
Google – che dovrà pagare altresì millecinquecento euro di danni alle vittime della mancata rimozione – può naturalmente ricorrere in appello. Intanto questa settimana, il 25 settembre, si svolgerà a Parigi l’incontro del comitato consultivo con gli esperti francesi con al centro il diritto all’oblio: in quella sede si incontreranno i cittadini, il gruppo francese per la tutela della privacy CNIL che non ha mai risparmiato parole di fuoco nei confronti di Google ed i rappresentanti di Mountain View, magari cercando di trovare una soluzione ad una situazione al momento trasformatasi velocemente per via giurisdizionale e ancora confusa.
A cercare di mettere ordine nella faccenda, intanto, è Article 29 (WP29), il gruppo di lavoro delle autorità europee impegnate nella protezione dei dati personali che ha predisposto una rete di specialisti, delle linee guida ed un quadro entro cui discutere e raccogliere i diversi casi nazionali conseguenza dell’affermazione da parte delle istituzioni europee del cosiddetto diritto all’oblio.
Claudio Tamburrino