Il progetto di legge francese che introduce la possibilità da parte delle autorità di effettuare operazioni di sorveglianza di massa e conferisce nuovi poteri nella lotta al terrorismo è costituzionale e non vi sono quindi più ostacoli alla sua entrata in vigore.
Ormai si attendeva solo il pronunciamento del Consiglio di Stato sul Patriot Act alla francese che si articola su tre projet de loi relatif au renseignement : ad essere incostituzionale è solo la parte relativa alla sorveglianza internazionale.
Grazie all’ iter preferenziale riservato alle leggi anti-terroristiche in Francia , in singola lettura aveva ricevuto il sì a larga maggioranza dei deputati dell’Assemblea Nazionale e dei senatori .
L’avanzamento progetto di legge ha goduto della paura e dell’indignazione che ha travolto il Paese all’indomani della strage nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, ed ha così potuto superare le proteste e le contestazioni di diverse istituzioni come l’Autorità garante per la privacy e quella per i diritti umani e diversi osservatori, tra cui La Quadrature Du Net e l’associazione delle vittime del terrorismo.
Il principale problema rilevato è che le leggi prevaricano decisamente il controllo giudiziario sul potere di sorveglianza e sull’autorità di vigilanza sui contenuti online in tutti quei casi in cui le spie riterranno che vi sia un caso di minaccia imminente, come “un attentato manifesto e sproporzionato al diritto ed al rispetto della vita privata”.
Inoltre, nonostante alcuni emendamenti introdotti ad aprile, l’impianto ora considerato costituzionale mantiene i suoi propositi originari estendendo i poteri e gli scopi dell’intelligence fino ad arrivare a permettergli di adottare strumenti di data retention e di sorveglianza globale, anche attraverso nuove tecnologie per l’intercettazione delle comunicazioni elettroniche e senza che vi sia bisogno di giustificare tali interventi con specifiche prove di reato.
Per giunta, notano gli oppositori della misura, le spie francesi potranno operare al di fuori del controllo della commissione incaricata di vigilare sulle intercettazioni: in nome della lotta al terrorismo e della sicurezza nazionale si prevaricherà anche questo bilanciamento. Allo stesso modo, nei casi di indagini sempre legate al terrorismo, verranno abbattuti capisaldi quali i privilegi di riservatezza del rapporto cliente-avvocato o la possibilità di protezione delle fonti da parte dei giornalisti.
Dubbi sulla nuova normativa francese restano ancora anche da parte degli osservatori internazionali: interessato ad investigare la questione è il Comitato dei diritti dell’Uomo dell’ONU che si chiede se i poteri della sorveglianza nazionale francese non siano troppo ampi.
Claudio Tamburrino