Era la metà dello scorso maggio quando i responsabili di Trident Media Guard (TMG) venivano investiti da un’inchiesta della Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL), autorità garante per la protezione dei dati personali in terra francese. Al centro delle indagini erano così finiti i sistemi di sicurezza predisposti dalla società assoldata da HADOPI per il monitoraggio del traffico Internet .
Gli stessi vertici di CNIL hanno ora annunciato la fine del periodo investigativo, dal momento che TMG sarebbe riuscita ad implementare misure soddisfacenti – oltre che conformi alla legge – per la tutela dei suoi database . I server della società erano stati bucati con estrema facilità, permettendo a misteriosi cracker di diffondere online una gran quantità di informazioni sulle pratiche adottate da TMG.
Client P2P utilizzati per generare peer fittizi, indirizzi IP contenuti nei datacenter, script aziendali, password dei server . Tutte informazioni a raccontare le attività della società incaricata di sorvegliare il traffico Internet alla caccia degli scariconi da sottoporre al noto regime dei three strikes . In seguito all’attacco, TMG aveva sfruttato i più tradizionali canali postali per l’invio di DVD contenenti i dati sugli utenti.
Pare ora che tutto sia risolto . Come confermato da CNIL, il livello di protezione di TMG è ora da considerarsi soddisfacente. Il garante francese ha però ancora un dubbio: perché i legittimi detentori dei diritti – nelle collecting society come SACEM – non hanno effettuato controlli regolari sulla sicurezza della società?
Mauro Vecchio