Dopo la controversa Dottrina Sarkozy , la Francia fa ancora parlare di sé riguardo la regolamentazione del Web. Il servizio doganale virtuale è stato inaugurato questa settimana da Eric Woerth , ministro di Bilancio, Conti Pubblici e della Funzione Pubblica. Con sede presso la Direzione Nazionale di Intelligence e Indagini Doganiere (DNRED), è in verità l’erede della Cellula di Raccolta e Analisi delle Dogane Internet (CRAIDO) fondata nel 1998.
Questa nuova veste dell’ufficio offre l’occasione per un aumento dell’organico, salito da quattro a quindici membri, di cui sette analisti di intelligence e otto investigatori. Il nemico da combattere stavolta sono le frodi online: poco meno di 150mila gli articoli contraffatti sequestrati in Rete nel solo 2008 (dati che, in conseguenza di tale iniziativa, dovrebbero raddoppiare secondo una stima dello stesso Ministro). Ma il campo d’azione include anche falsi, opere d’arte, droga, medicinali.
L’arma di questo manipolo di cyberdoganieri sono motori di ricerca avanzati tramite i quali, a colpi di parola-chiave, tracciano i reati. Scoperto l’illecito arriva la parte difficile, come racconta uno degli inquirenti: “I siti, i mittenti e i beni in attesa di venir spediti, sono tutti all’estero prima di arrivare in pacchi postali o corrieri espressi. Le nostre inchieste sono come gomitoli di lana, tiri il filo e scopri qual’è quello buono”. E di solito la pista giusta è quella finanziaria: seguendo i flussi di denaro è stato recentemente stroncato un traffico di calzature sportive e articoli tessili fasulli da 4,6 milioni di euro.
Spesso queste indagini richiedono l’aiuto delle polizie straniere, e la Direzione delle Dogane confida nel supporto logistico del network mondiale cui appartiene , e si dice pronta a compilare liste nere di URL e allo stesso tempo collaborare coi siti di vendita leciti su cui avvengano operazioni fraudolente. Tutta la struttura di contrasto al crimine si avvale della piattaforma Pharos , deputata a gestire le segnalazioni di illeciti online per smistarle ai singoli corpi competenti.
Il Ministero delle Finanze ha annunciato che tale organo “è il primo tassello di un vasto piano di lotta alla cyberdelinquenza (…) attraverso nuovi assi strategici: rafforzamento dei mezzi di controllo, smantellamento delle filiere, adattamento dell’arsenale giuridico, cooperazioni inter-amministrative coi titolari dei diritti dei marchi, gli ISP e i siti di vendita, gli istituti finanziari e di pagamento online anche a livello internazionale, e la responsabilizzazione dei consumatori”.
Proprio a loro si rivolgerà la carta dell’internauta, ad oggi in fase di stesura, perché “il consumatore non sia attore, né complice o vittima della frode online”.
Fabrizio Bartoloni