La corte d’appello d’ Aix-en-Provence lo scorso 12 aprile 2011 ha condannato l’amministratore di Torrentnews a quattro mesi di carcere e 20mila euro di danni e interessi di mora : le motivazioni ora divulgate fanno apparire ancora più severa la decisione del giudice francese.
In particolare il giudice dell’appello, infatti, sembra aver confermato la condanna nei confronti dell’amministratore del forum TorrentNews e del sito Torrent-public-center non per un reale convincimento o una tesi particolarmente convincente dell’accusa, ma perché già “la sola denominazione dei siti chiamati in causa denota la loro attività illecita”: i torrent – si legge nella sentenza – “sono conosciuti dagli internauti soprattutto come mezzo per impiegare il protocollo BitTorrent il cui obiettivo principale, se non unico, è lo scaricare opere protette dalla proprietà intellettuale”.
La tesi difensiva dell’imputato è stata respinta velocemente come “poco convincente”: si era appellato alla volontà da parte dei suoi utenti di trovare copia (da utilizzare come backup) di opere da loro già possedute legittimamente, ma non copiabili direttamente in quanto protette da DRM. Sarebbe l’utilizzo stesso della parola, secondo il giudice, a connotare l’ipotesi di reato. Che si concretizza poi con le funzionalità del sito Torrent Public Center che funge da motore di ricerca per i tracker torrent Mininova, The Pirate Bay e Isohunt.
A parte questo l’accusa non sembra invece essere riuscita a dimostrare il guadagno ottenuto dall’intero affare da parte del proprietario dei siti : il giudice si accontenta di dire che “perseguiva fini di lucro, poco importa se concretizzatisi o meno”.
Né d’altronde viene dimostrato un legame diretto con la pirateria, ma secondo la corte “Ha contribuito alla destabilizzazione dell’economia legale di contenuti protetti da proprietà intellettuale” e per questo “deve essere sanzionato con una pena esemplare e dissuasiva”.
Tuttavia nella sentenza e tra le prove non vi sono numeri o riferimenti precisi a download illegali effettuati tramite il sito condannato. Così come il giudice dimentica in toto gli utilizzi legittimi della tecnologia torrent, che diventa senza appelli sinonimo di pirateria e in quanto tale condannata.
È stato inoltre negato il principio della non responsabilità degli intermediari valido a livello europeo in quanto i due siti avrebbero “direttamente concorso come hosting ai siti” impiegati per il download illegale. Peraltro non distinguendo neanche chiaramente tra TorrentNews, forum su cui gli utenti scambiavano tra loro i link, e Torrent Public Center che funge invece da motore di ricerca.
L’amministratore dei due siti, inoltre, dovrebbe ora vigilare e rimuovere i contenuti protetti da copyright e impedire ai suoi utenti di attingere a certi tracker torrent su cui si intessono traffici illegali di materiale protetto da diritto d’autore.
L’accusato, conosciuto con il nome Blackistef, dice di non poter ricorrere nuovamente in appello: non dispose di denaro sufficiente per continuare a combattere.
Claudio Tamburrino