Tra qualche mese gli utenti francesi sorpresi a scaricare illegalmente dalla Rete contenuti protetti da copyright potrebbero avere brutte sorprese aprendo la casella della posta: i primi avvisi spediti dalla Haute Autorité pour la diffusion des oeuvres et la protection des droits sur Internet (HADOPI) saranno recapitati entro aprile , dando il via libera definitivo a una delle normative più discusse del 2009.
Frédéric Mitterrand, titolare del dicastero transalpino per la cultura e la comunicazione, ha espresso soddisfazione per quello che è il risultato di un lavoro iniziato quasi due anni fa e del quale l’esecutivo vorrebbe iniziare a raccogliere i frutti : “Vi è la necessità – ha spiegato Mitterand – di evolvere e adattare il diritto d’autore nell’era digitale attraverso l’istituzione, da parte del legislatore, di due organi complementari per rispondere a questa sfida”.
Il presidente Nicolas Sarkozy ha sempre sostenuto l’istituzione di un organo preposto alla salvaguardia del copyright. Ora, dopo l’approvazione della legge che regolerà l’antipirateria d’oltralpe, Sarkozy e gli stessi membri dell’HADOPI non nascondono la propria simpatia nei confronti di strumenti di filtraggio che potrebbero affrontare a monte il nodo della condivisone illegale dei contenuti. Ma si è deciso di procedere in un altro modo. Identificando spesso in Google il capro espiatorio cui appioppare la responsabilità della crisi di editori e produttori, le autorità di Francia si muovono su diverse linee facenti parte però dello stesso fronte: da una parte il Rapporto Zelnik , ovvero la proposta di tassare i giganti dell’advertising per sostenere i vecchi media, e dall’altra la guerra intrapresa contro gli scaricatori illegali della quale l’ufficializzazione della HADOPI non è altro che l’ultimo capitolo.
Tuttavia questa misura, seppure spesso criticata a causa della durezza dei provvedimenti punitivi, potrebbe non essere così efficace come sperato, ad esserne convinto è proprio un membro dell’Alto Commissariato, il senatore Michel Thiollière, secondo il quale la legge non servirà a sconfiggere la pirateria ma piuttosto “dovrà sensibilizzare i giovani circa le conseguenze economiche derivanti dalla violazione del diritto d’autore”.
Giorgio Pontico