La Commission nationale de l’informatique et des libertés (Cnil) francese vorrebbe che la declinazione europea della privacy che costituisce il diritto all’oblio portasse alla rimozione di specifici link anche dai risultati offerti dalle versioni dei motori di ricerca non specificatamente pensate per i paesi europei, ed in particolare google.com .
Il diritto all’oblio , il diritto attribuito ai cittadini del Vecchio Continente dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 2014, permette di veder “dimenticati” (concretamente: de-indicizzati dai motori di ricerca) alcune notizie ed episodi che secondo il diretto interessato dovrebbero rimanere sepolti nel passato. Si tratta evidentemente di trovare un equilibrio tra diritto alla cronaca e quello alla privacy, nel quale a far da discriminante dovrebbero essere i concetti di non rilevanza e non attualità, concetti tuttavia generici e su cui è necessario il confronto. Già lo scorso novembre i garanti della privacy europei raccolti nel Gruppo di Lavoro Articolo 29 avevano stilato delle linee guida all’interpretazione della disciplina del diritto all’oblio che prescrivevano ai motori di ricerca di non agire solo sui domini europei, corrispondenti ai paesi da cui provengono le richieste con cui i cittadini vogliono far dimenticare dalla Rete specifiche informazioni, ma in generale applicata anche ai domini .com .
Alla stessa conclusione è giunta ora la Commissione francese che vorrebbe che il delisting fosse adottato su tutte le estensioni del motore di ricerca di Mountain View. La logica, allora come ora, è che – affinché il diritto europeo all’oblio sia efficace – la sua applicazione non si debba esaurire esclusivamente entro i confini del Vecchio Continente.
A differenza della posizione non vincolante del gruppo delle autorità per la privacy europee, l’autorità francese CNIL minaccia sanzioni nei confronti di Google se non si adeguerà entro 15 giorni .
Mountain View, tuttavia non sembra voler cedere alle pressioni europee: d’altra parte si tratta di una posizione europea al momento non condivisa da altre istituzioni e dunque sarebbe una soluzione sproporzionata adeguarsi a livello globale portando a conseguenze su tutto il servizio. Così, Google riferisce di “star lavorando per raggiungere un equilibro tra le disposizioni della Corte europea”, ma che intende ancora “concentrarsi sui servizi diretti specificatamente agli utenti europei”. D’altronde è “rispetto a questi” che si impegna a rispettare il diritto all’oblio voluto dall’Europa.
Claudio Tamburrino