Francia, pace sui suggerimenti antisemiti di Google

Francia, pace sui suggerimenti antisemiti di Google

Un accordo stragiudiziale fra BigG e le associazioni antirazziste francesi pone fine alla diatriba scoppiata a fine aprile. Ma il suggerimento incriminato resta
Un accordo stragiudiziale fra BigG e le associazioni antirazziste francesi pone fine alla diatriba scoppiata a fine aprile. Ma il suggerimento incriminato resta

Una mediazione giudiziaria sembra aver messo fine alla querelle tra Google e diverse associazioni francesi antirazziste. A fine aprile scorso, BigG era finita sotto accusa a causa della funzionalità Suggest, che permette il completamento automatico della ricerca quando si inserisce una chiave di ricerca. La diatriba era sorta poiché quando si digitava il nome di una personalità politica, dello spettacolo o della cultura, appariva di fianco il termine “juif” (“ebreo” in francese).

Ora, Mountain View e le associazioni che avevano sporto denuncia (UEJF, Unione degli studenti ebrei di Francia; SOS Racisme; AIPJ, Azione Internazionale per la Giustizia e MRAP, Movimento contro il razzismo e per l’amicizia fra i popoli) hanno raggiunto un accordo – i cui termini sono rimasti strettamente riservati – per la risoluzione stragiudiziale della controversia.

Le organizzazioni hanno ritirato la denuncia, mentre Google si impegnerà a sostenere “iniziative di educazione e di informazione contro il razzismo e l’antisemitismo”. “Lavoreremo a stretto contatto con queste associazioni per lo sviluppo e la promozione di progetti volti a educare ai valori fondamentali della tolleranza e del rispetto” ha detto un portavoce di Mountain View.

Jonathan Hayoun, presidente di UEJF, ha accolto con soddisfazione l’accordo: “Avere un appoggio importante come quello di Google è un ulteriore stimolo a impegnarci sempre più contro ogni forma di discriminazione e razzismo”.

Il dato di fatto più controverso è che per ora il termine incriminato all’interno dell’autocomplete di BigG in lingua francese è ancora perfettamente funzionante. Resta da vedere se Google provvederà alla sua rimozione.

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Cristiano Vaccarella

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Pubblicato il
29 giu 2012
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