Fermata nei dintorni di Parigi, perquisita su ordine della Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL). Una delle ormai famigerate note googlecar ha dovuto così interrompere all’improvviso le sue peregrinazioni francesi, di fatto bloccata dai vertici dell’organo nazionale a tutela della privacy.
Un fermo ordinato con un preciso obiettivo : verificare che le automobili del servizio di mappatura Street View abbiano smesso effettivamente di raccogliere dati personali a mezzo WiFi . Almeno secondo una recente intervista rilasciata da Yann Padova, segretario generale di CNIL.
Le auto di Google erano infatti finite nel mirino di varie authority nazionali – tre le altre quelle di Francia, Germania e Canada – dopo l’aspiramento involontario di svariate informazioni personali durante le riprese delle strade. BigG avrebbe poi confermato l’avvenuto smantellamento di qualsivoglia dispositivo interno atto alla ricezione di dati a mezzo WiFi.
Un mandato di perquisizione è stato tuttavia diramato dai vertici di CNIL, data la ripresa attività da parte delle googlecar senza aver ottenuto il via libera da parte delle autorità transalpine .
“Abbiamo collaborato da vicino con le autorità francesi, mettendo a disposizione le auto di Street View per i loro controlli – ha spiegato un comunicato ufficiale di BigG – Come abbiamo già dichiarato, i nostri veicoli non raccolgono più i dati WiFi. Le autorità hanno potuto verificarlo, ma continueremo a collaborare con loro per rispondere a qualsivoglia interrogativo”.
Mauro Vecchio