I cardini della dottrina Sarkozy sono stati sbaragliati dal Consiglio Costituzionale francese, ma Parigi non cede le armi: il cerotto da applicare alla Loi Création et Internet mutilata dal vaglio di costituzionalità è già pronto per essere sottoposto all’esame del parlamento. Non si rinuncerà alle disconnessioni, non si rinuncerà a punire indirizzi IP piuttosto che colpevoli, non si rinuncerà ad affidare all’abbonato nel mirino dell’industria dei contenuti l’onere di provare la propria innocenza.
Nel pieno dei sommovimenti che hanno condotto agli avvicendamenti nell’esecutivo , il testo degli articoli che si incastoneranno nella dottrina Sarkozy così come modificata dal Consiglio Costituzionale è già stato composto e approvato dal Consiglio dei Ministri, la discussione è già stata programmata nell’ordine del giorno del Senato dell’8 e del 9 luglio, il 22 e il 23 di luglio in Assemblea Nazionale . HADOPI, l’autorità indipendente che nella precedente versione della legge avrebbe dovuto rappresentare il fulcro del sistema di identificazioni, avvertimenti e disconnessioni, e il cui ruolo è stato ridimensionato dalla decisione de3l Consiglio Costituzionale, dovrà convivere con l’autorità giudiziaria . Il testo della precedente versione della legge è stato stralciato della previsione secondo cui HADOPI avrebbe potuto privare di Internet un cittadino della rete: se il nuovo innesto legislativo dovesse soddisfare Senato e Assemblea Nazionale saranno i giudici a decidere delle sanzioni che penderanno sul capo dei netizen colti a violare il diritto d’autore abusando della propria connettività. Il Consiglio Costituzionale francese aveva infatti ricordato che il cittadino francese ha diritto ad usufruire della rete in quanto strumento atto ad esprimersio e informarsi liberamente: un diritto di cui solo l’autorità giudiziaria può prescrivere la compressione.
In relazione alla prima versione della legge si prevedeva che ogni giorno si sarebbero disposte mille disconnessioni, ora si prevede che si disconnetteranno 136 abbonati al giorno : in mancanza dell’autorità dedicata, HADOPI, “si permetterà ai giudici di avvalersi di procedure semplificate per emettere delle sanzioni nei confronti di coloro che effettuano dei download illegali”. Il testo, per sveltire le procedure e per non sovraccaricare i magistrati, dispone che il cittadino della rete possa essere sanzionato senza comparire in tribunale : il giudice potrà emettere un’ordinanza basandosi sugli elementi in proprio possesso, indizi gestiti e consegnati dall’HADOPI.
Gli elementi che consentiranno al giudice di decidere resteranno le tracce lasciate dall’indirizzo IP, non solo nei circuiti del P2P ma disseminati in tutti i servizi di comunicazione elettronica : un piccolo aggiustamento del testo che, suggeriscono i media francesi, potrebbe autorizzare l’industria dei contenuti a monitorare qualsiasi tipo di comunicazione, dalle email ai servizi di instant messaging passando per il VoIP.
L’abbonato a Internet, a differenza di quanto di recente stabilito dal Tribunale di Roma, continuerà ad essere responsabile per tutti coloro che sfruttano la connessione che mette a disposizione. Sarà l’abbonato a ricevere la raccomandata con ricevuta d ritorno che comunica le sanzioni, sarà lui a dover provvedere eventualmente, entro 45 giorni, a chiedere di avere la possibilità di difendersi e di dimostrare la propria innocenza con l’appoggio di un avvocato. Ne caso dimostrasse di non essere responsabile dello sharing in violazione della legge, potrebbe essere considerato colpevole di non aver vigilato abbastanza sulla propria connessione.
Le disconnessioni punitive saranno comminate dal magistrato con le stesse modalità della prima versione della legge: il cittadino a cui venga tagliata la connettività non potrà svincolarsi dal contratto con il proprio provider, né rivolgersi ad un altro provider, continuerà a pagare per un servizio di cui non potrà usufruire. Se non cambiano i termini delle disconnessioni, a cambiare è la natura della punizione. Le ghigliottine non saranno la pena in cui culminano i tre movimenti che la Francia ha previsto per dissuadere i cittadini dalla pirateria: saranno una pena complementare , un bonus capace di alleggerire le pene che pendono sul suo capo, quelle previste per sanzionare gli illeciti che hanno a che vedere con la contraffazione e la violazione della proprietà intellettuale, vale a dire fino a 300mila euro di multa e fino a 3 anni di carcere.
Se le autorità auspicano che il cerotto approntato per la Loi Création et Internet sappia fare fronte alle mutilazioni operate dal Consiglio Costituzionale senza svilire l’efficacia delle tattiche di contrasto alla pirateria, c’è chi ritiene che il testo si infrangerà di nuovo contro la Costituzione. “Il nuovo testo – denuncia Jérémie Zimmermann, portavoce di La Quadrature du Net – mostra che si sta perseguendo l’accanimento terapeutico”.
Gaia Bottà