In Francia, se si è rivenditori di prodotti editoriali, spedire gratuitamente la propria merce può costare parecchio più del dovuto. Lo dimostra il caso di Amazon, trascinata davanti al giudice da una associazione di librai con l’accusa di “eccesso di sconto” e infine condannata dal tribunale di appello di Versailles a cancellare il programma di invio gratuito dei libri. Ma Amazon non ci sta e decide di procedere dritta per la propria strada. Piuttosto paghiamo la multa , dicono dalla società.
Il problema nasce da una legge francese in vigore dal 1981, che stabilisce al 5% il tetto massimo di sconto applicabile sui prezzi di listino, limite che è stato superato proprio in occasione dell’offerta di spedizione gratuita messa in atto dallo store . Amazon – che ha dovuto pagare 100mila euro per i danni e le spese legali – dovrà cambiare politica di spedizione entro 10 giorni dalla sentenza. Se non lo farà dovrà pagare un quantum ogni giorno. Ed è questa la strada che sembra intenzionata a intraprendere.
Amazon ha scelto di dare maggiore importanza alla soddisfazione dei propri clienti e al rispetto delle policy aziendali, ragion per cui arriva ora la conferma che no, il free-shipping non si tocca e la società vuole ignorare la decisione della corte , e dovrà quindi pagare circa 1.000 euro al giorno per un periodo totale di 30 giorni.
Scaduto tale periodo ci sarà la revisione della multa da parte della corte, ed è facile prevedere che il giudice deciderà di aumentare esponenzialmente la somma da versare quotidianamente, visto il comportamento recalcitrante di Amazon nei confronti delle decisioni della giustizia.
Ma se in tribunale il reseller è stato battuto, il CEO Jeff Bezos è entrato in gioco per spingere l’opinione pubblica francese a contrastare quella che viene vista come una imposizione assurda e fuori da qualsiasi regola di business concorrenziale. “La Francia sarebbe l’unico paese del mondo in cui la spedizione gratuita praticata da Amazon sarebbe dichiarata illegale” ha detto un preoccupato Bezos ai propri clienti d’oltralpe via posta elettronica, invitandoli ad aggiungere la propria firma alla petizione in supporto del free-shipping. Per ora si è a quota 120mila sottoscrizioni.
Alfonso Maruccia